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FORZA ITALIA. Siamo gli unici con le carte in regola. Altro che pericolo Le Pen. Il vero guaio sono Merkel e Renzi. Che scappa a casa dal vertice dei grandi. Per forza: è piccolo

 

Renzi scappa

 

 

Marine Le Pen è il personaggio del giorno. Indiscutibile. Fa riflettere. E non induce in noi pensieri tristi come capita altrove.

 

 

C’è anche un personaggio della notte: ed è Renzi. Notte in senso morale, del buio che il neo premier genera intorno a sé e che coinvolge l’immagine del nostro Paese. Un ragazzo della notte, anche perché saluta tutti i capi del mondo sul far del tramonto e spiega che lui non ha tempo per pettinare le bambole perché lui c’ha da lavorare.

 

Immaginatevi i leader del mondo che discutono sul che fare per evitare la guerra fredda militare e quella caldissima economica con la Russia, e Renzi molla tutto per occuparsi del litigio tra Frecciarossa e Italo, con la colazione al sacco di Eataly. Come se nel 1937 con la crisi dei Sudeti un Mussolini avesse detto, richiesto di parere, che ha il problema del podestà di Latina.

 

Non stiamo forzando un bel nulla. L’immagine di questa Italia al tempo di Renzi è in questo titolo del “Corriere della Sera”. “Renzi salta la cena con i big: ho da fare in Italia”. Per forza: lui è little. I big non sono, per intenderci, la Serracchiani e Fassina in gita all’Aja. I big sono Obama, Xi (Cina), Abe (Giappone) Merkel, Cameron, Hollande, più Barroso e Van Rumpuy per l’Unione Europea. E Renzi se ne va. Deve vedersi con Delrio e forse con la Boschi, se la ministra non ha altri impegni con Nardella.

Questa è la nostra disgrazia. L’inadeguatezza assoluta sul piano dei contenuti e della forma di questo gigione assurto ai vertici di un partito senza anima e senza leadership. Si è insediato alla testa del Partito democratico come una specie di cuculo, o se preferite di paguro bernardo. Senza elezioni, senza consenso popolare, cavalcando una maggioranza parlamentare fasulla.

 

E com’è stato possibile?

 

E qui torniamo a Marine Le Pen. La vittoria del Front National in Francia è la sconfitta dell’Europa tedesca. Non è solo un segnale, è uno smottamento dell’asse di potere che tiene sotto schiaffo il Continente, ed è costituito dalla coppia diseguale Germania-Francia, dove Parigi si è spartita privilegi accettando in cambio la propria subordinazione a Berlino.

 

Ora Renzi ha poco da fingere di essere per il cambiamento dello stato delle cose a Bruxelles e a Strasburgo. Non finga e non menta, per favore. Il potere improvvido e semigolpista di Renzi è un regalo fattogli proprio della Europa tedesca. Più in soldoni: Matteo è figlio di Angela. La Cancelliera per caricare l’Italia di pesi insostenibili durante la crisi economica l’ha occupata politicamente con la propria quinta colonna, mandando a gambe all’aria la nostra democrazia.

 

Lo dice la storia. Nel 2011 fu il duo Merkel-Sarkozy ad aggredire l’Italia con l’arma impropria dello spread, costruita ad arte per buttare giù il governo legittimo di Silvio Berlusconi. M&S usarono della inerzia complice del Presidente della Repubblica Napolitano per imporci Mario Monti, gran figlio di golpe e promotore delle politiche di austerità che hanno tragicamente peggiorato la nostra condizione. Letta (non eletto) ha continuato in quella logica, tradendo la promessa delle larghe intese di pacificazione nazionale, e Renzi ora è arrivato a capeggiare l’esecutivo grazie a primarie private di un partito sfasciato.

 

E questo stesso Renzi pretenderebbe di rappresentare la rivincita dell’Italia? Ma dove? Ma quando? Proiettale da un’altra parte le tue slides, please.

 

Gli unici che hanno le carte in regola per rivendicare il ruolo di rivoluzionari dell’Europa e non contro l’Europa; per l’Europa degli europei e contro l’Europa dei tedeschi, anzi della Tedesca, siamo noi: Berlusconi e Forza Italia! Abbiamo la credibilità di chi ha pagato sulla propria pelle la resistenza all’invasione economica e alla devastazione della nostra democrazia perpetrata dai poteri insediatisi in Europa contro la vera anima europea.

 

Noi soli abbiamo la fibra morale e la competenza tecnica per costruire un’alternativa a questa Europa che ha stufato i popoli. Non certo Renzi. Sia chiaro. Per un’Europa pienamente Europa. Pensare a una frammentazione dell’Europa in Stati nazionali, magari a loro volta spappolati in staterelli indipendenti, vorrebbe dire finire in balia di scontri di potere dove noi faremmo la figura di vasetti d’argilla tra vasi di ferro.

 

Basta sollevare lo sguardo sopra i confini del nostro orto per scorgere il Mediterraneo che brucia oltre che i confini orientali del Continente. Già così l’Europa è debole, figuriamoci se si dividesse in ventotto parti che litigano e si alleano e poi tradiscono le alleanze come prima della Grande Guerra. Non esiste. Così come è improponibile, salvo un caos devastante, l’uscita dall’euro.

 

Dobbiamo fare riforme in casa (e Renzi non ne è capace), e su questa base rivoltare l’Europa (e Renzi non può).

 

Noi crediamo nell’Europa dei padri fondatori. Nell’Europa della solidarietà autentica e non del dominio tedesco. Non in una Europa mesta, dove noi saremmo una colonia meridionale di una specie di Quarto Reich. Un’Europa dove la posizione dell’Italia è rappresentata da un Renzi che, per non farsi riconoscere, esauriti gli slogan da festa delle matricole, se ne scappa per aprire la pratica della sua successione a Largo del Nazareno.

 

Altri tempi quelli di Pratica di Mare… Possono tornare. Devono tornare. Torneranno.

 

PER APPROFONDIMENTI, VAI SUL SITO www.ilmattinale.it