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BERLUSCONI. Le riforme sono serie, noi siamo seri. Renzi e il Pd, no. Tolleranza zero sulle chiacchiere

 

BALLARO'

 

 

Fatti versus chiacchiere. Tolleranza zero verso il ciangottare senza mordere la realtà, senza afferrare i problemi con decisione.

 

I fatti sono quelli che oggi esige e che nella sua storia di statista ha dimostrato di saper  porre il quattro volte Presidente del Consiglio Berlusconi.

 

Le chiacchiere sono quelle quotidiane di Renzi in versione premier.

 

Questo in sintesi il panorama politico di questi giorni. Dove è palpabile l’alternativa tra due essenze diversissime. Quella del fare e quella del dire-disdire, opposte caratteristiche del modo di guidare l’esecutivo da parte di Berlusconi e di Renzi.

 

Se l’ex sindaco di Firenze in un mese ha emesso solo proclami, in un contesto di crisi drammatica che sta vivendo il Paese, in un momento in cui il tasso di disoccupazione  ha raggiunto livelli record (il 14 per cento), in un momento in cui la povertà stringe alla gola oltre dieci milioni di italiani, il leader dei moderati non può stare in silenzio a guardare l’inattività dell’attuale Presidente del Consiglio.

 

Ecco perché ieri Berlusconi, in collegamento telefonico con una manifestazione dei Club Forza Silvio a Sassuolo, ha lanciato un avvertimento: “Lo scontro istituzionale in atto sul Senato e i dissapori nel Pd fanno sospettare che Renzi fatichi a mantenere le promesse, e questo potrebbe alimentare le delusioni di tanti e l’ antipolitica.

 

Sulle riforme istituzionali noi ci siamo, ma solo se sono una cosa seria, né accetteremo testi blindati.

 

Serve più potere al premier, anche riguardo la facoltà di sostituzione dei propri ministri”. O si agisce quindi tutti insieme, maggioranza e opposizione, per cambiare davvero, per riformare l’Italia o non staremo a guardare un esecutivo così disfattista e perditempo.

 

Non se lo possono permettere gli italiani sulla cui pelle si sta consumando una crisi di dimensioni epocali.

 

Serve un Berlusconi al governo, uno statista che non illude il suo popolo, ma che propone le soluzioni che si possono realizzare. Non abbiamo bisogno di demagogia e populismi ma del governo del fare. Capito Renzi? Studia quello che ha fatto Berlusconi e agisci.

 

Altrimenti lascia il posto a chi lo può fare.

 

E infatti ieri Berlusconi ha anche ricordato che “oggi non c’e’ democrazia. La nostra missione e’ convincere il 50% dei votanti a premiare il nostro progetto per restituirla al Paese”.

 

“Ho finito la notte scorsa di scrivere un instant book in cui parlo di questo colpo di Stato, di questa fase in cui governa chi non è eletto”.

 

Cosa ha da dire in proposito Renzi? Anzi, meglio, che cosa ha da fare?

 

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