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L’Italia del secondo welfare. Come i moderati italiani possono interpretare i bisogni della gente comune

 

II-welfare

Negli ultimi tempi, si sente parlare spesso di secondo welfare. La crisi economica ha infatti falcidiato a dismisura i bilanci delle famiglie italiane e lo Stato non riesce più a far fronte alle richieste crescenti di aiuto. Non è un caso che nei giorni scorsi il Presidente Silvio Berlusconi abbia posto l’attenzione sulla necessità di dar vita ad iniziative che vadano incontro a chi vive in condizioni di grave difficoltà. Pensiamo ad esempio agli anziani, che con le magre pensioni percepite non riescono a curarsi e a proteggere la loro salute. O a coloro che vivono con animali domestici – in Italia sono moltissimi – e che però non riescono a destinare adeguate risorse economiche alle spese veterinarie.

Se dunque lo Stato sociale si ritira perché impossibilitato a far fronte ad un numero sempre crescente di richieste e necessità, avanza l’Italia del secondo welfare. In cosa consiste concretamente? Si tratta di iniziative che partono dal basso, nascono dalla coesione di piccole comunità che vivono gli stessi problemi e decidono di mettersi insieme per cercare di superarli. A ciò vanno aggiunti gli interventi dei privati, delle aziende e dei volontari, vera linfa per chi ha bisogno di supporto.

In un periodo di totale distacco dei cittadini dalla politica, occorre puntare su iniziative di solidarietà, di aiuto, di vicinanza nei confronti del prossimo. Forza Italia, grazie all’intuito dello stesso Berlusconi, ha pensato alla costituzione dei Club Forza Silvio su tutto il territorio nazionale. Nel giro di pochi mesi, queste realtà si sono moltiplicate in maniera esponenziale, arrivando a sfiorare quota 12.000. O la politica è vicina ai bisogni della gente o non può dirsi tale. E’ nella natura dei moderati mettere al primo posto le esigenze dell’individuo-persona, senza pensare all’ideologia, agli estremismi e alle false battaglie. Ciò che ha senso è stare tra le gente, percepirne le reali necessità e trasformarle in proposte di cambiamento per il Paese.

Angelica Stramazzi

TW@AngieStramazzi