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RENZI. #Matteostaiabbastanzasereno. L’Italia non è il tuo parco giochi. Rispetta i patti. Altrimenti ti chiudiamo il forno

 

 Renzi INCENSATO

C’è una fotografia, anzi ci sono due fotografie che spiegano insieme il successo di Renzi e la sua inconsistenza reale, quasi la sua puerilità. Diciamo il tutto con molto compita ammirazione per le sue doti da Pierino. Ma anche con il desiderio che l’uomo esca dalla sala giochi dove sta trascinando l’illusione di tanti, troppi, il cui risveglio sarà amarissimo.

 

Sul “Corriere della Sera” appare la gigantografia di Matteo che corre sbarazzino e sorridente verso il premier inglese Cameron. Sembra giusto che a Renzi manchi non un passo, ma un battito d’ali azzurrine, per raggiungerlo.

 

Si sfoglino alcune pagine e c’è una specie di rubrica fissa, la fotografia in abiti dai colori sgargianti della ministra Boschi. Una giovinetta scapigliata e in carne, un cherubino colorato, stavolta accanto all’austera e museale bellezza della Finocchiaro.

 

È la fortuna di Renzi, ma anche il suo rischio. È venuto dopo i musi lunghi e i visi pallidi di Mario Monti ed Enrico Letta, i quali parlavano su sfondi neri, possibilmente accompagnati da ministri in lacrime, vuoi Fornero vuoi De Girolamo. Ora sembra che da Palazzo Chigi, dopo il tetro inverno di Belfagor, spunti qualche fiorellino. Prevedibile che risultasse piacevole.

 

E questo è positivo. Abbiamo sempre elogiato l’ottimismo. Purché non ottunda la percezione della realtà. Purché non sia utilizzato per giocare con il futuro degli italiani, come una fabbrica di fuochi d’artificio in un condominio popoloso: per ora si gode l’esibizione di mangiafuoco, ma può saltare per aria.

Poco più avanti potrete leggere la lettera del Quirinale in risposta alle missive del Presidente Brunetta, in particolare quella sull’allegro cinismo propagandistico delle prospettate manovre finanziarie, con il latente rischio di violare la legge di bilancio e  conseguenti severe sanzioni europee.

La Presidenza della Repubblica, anticipando che per ora non può intervenire, fornisce in realtà un giudizio tagliente sulle promesse di Renzi: “generici preannunci di intenzioni”. Renzi è tutto lì. Chiacchiere scintillanti e persino ingannevoli. Neanche annunci: preannunci. Nemmeno provvedimenti: intenzioni. E pure senza contorni chiari: generici.

 

Non va bene giocare sempre. Tra un tip tap e l’altro, anche Ginger e Fred andavano a lavorare.

 

Invece: i patti statuiti con Berlusconi, che prevedevano la legge elettorale come magna pars, seguiti da riforme costituzionali, sono stati ribaltati nei contenuti e nei tempi. Oltretutto la proposta di superamento del Senato è una specie di riforma truffa, congegnata per consegnare alla sinistra 135 seggi su 148, con poteri vaghi e invasivi, assegnati a amministratori locali che dovrebbero vagliare tutti i provvedimenti della Camera, ma come fanno, se hanno da fare i sindaci e i presidenti di regione?  Si spera che non tutti siano come Renzi, che girava l’Italia in camper invece di occuparsi della sua città e del Maggio Fiorentino.

 

Una scatola colorata piena di cianfrusaglie mescolate da un pazzo. Questo appare oggi il disegno istituzionale di Renzi. Che si associa alla assoluta assenza di una strategia in economia, e all’annunzio di provvedimenti sul lavoro generalissimi, che però sono in un limbo e qui la sola cosa certa è che saranno scritti in inglese. Ah parbleu.

 

Questa teoria e pratica dei due forni, per cui litiga sulle questioni ordinarie di governo con Alfano e la sua sinistra interna, e poi, per distrarre gli incendi del primo forno, usa Berlusconi e Forza Italia per infilare torte mal confezionate  nel secondo forno, non funziona.

 

Se non rispetta i patti chiudiamo il secondo forno, sicuri che il primo lo arrostirà a puntino in men che non si dica. Il Partito democratico è una tribù di cannibali. Lui si è mangiato Letta, ma non è detto che presto nel pentolone  non ci finisca lui con il sedano in bocca. Sa dove trovarci.

 

Siamo gente seria.

 

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