Socialize

RIFORME. Il Senaticum chiamiamolo il Ridiculum. Neanche il dittatore di Bananas oserebbe proporre una riforma così bislacca e truffaldina.

 

 

 Riforme

 

 

 

Il Senaticum chiamiamolo il Ridiculum.  Mai nessuna riforma di una Camera Alta è stata così bassa, per senso democratico, per valore grammaticale, per tasso di “celluline grigie”, come direbbe Agatha Christie.

 

Se ci fate conoscere l’estensore, magari un ministro, magari un premier, lo consegniamo a un robusto drappello di infermieri della Repubblica di Bananas. Potrebbe fare dei corsi al Napoleone del locale manicomio.

 

Esageriamo?

Esagerata è questa mappazza.

 

Non risulta che sia stata ancora presentata, per ora appare solo sul sito della Presidenza del Consiglio.

Se dovessero depositarla così com’è al Senato, poi bisognerebbe predisporre una cerimonia laica di purificazione dallo scempio.

Non si fa. Ci vuole decoro anche nelle piazzate dilettantesche.

 

Per uscire dal generico, qui formuliamo alcune piccolissime osservazioni. Questo nuovo “Senato delle Autonomie” è autonomo da qualsiasi criterio di razionalità democratica.

 

La Corte Costituzionale aveva bocciato sonoramente il “Porcellum” perché, con un premio di maggioranza eccessivo, finiva con il contraddire il principio di uguaglianza tra i cittadini: non è giusto che il mio voto conti la metà del tuo.

 

Ma, rispetto al Senaticum, il Porcellum appare un modello di egualitarismo.

 

Esempio? Un abitante della Val d’Aosta peserebbe nel Senato di conio renziano, il cosiddetto nuovo Blair, non due volte, e neanche dieci volte, ma cento volte quello della Lombardia.

 

Infatti, come ricorda il nostro senatore Lucio Malan, le due Regioni avrebbero il medesimo numero di seggi: sei ciascuna. Peccato che la Vallée abbia 100mila abitanti mentre la regione del Resegone e dei Laghi ne conta 10 milioni.

 

È altresì vero che i valdostani parlano due lingue e sono di una regione a statuto speciale, ma considerarli superuomini e superdotati di diritti democratici rispetto ai poveri bergamaschi che in certi casi hanno il gozzo, è forse un caso di razzismo.

 

Del resto, da vent’anni a questa parte la Regione del Pirellone sceglie presidenti e giunte di centrodestra, dunque deve essere chiaramente inferiore.

Questo è solo il caso più clamoroso di scempiaggine, che speriamo sinceramente sia dovuta a cinismo truffaldino, invece che a buona fede.

Preferiamo infatti avere a che fare con gente cattiva che con incompetenti.

Ma anche nel male è necessario un tantino di creanza. Predisporre una legge che – sic stantibus rebus – concede alla sinistra 135 seggi su 148, è un po’ da megalomani.

 

Ce n’è un’altra più grossa ancora della sproporzione tra Val d’Aosta e Lombardia o Molise e Lazio.

Il Presidente della Repubblica avrebbe infatti – secondo il Demenziellum – il diritto di scegliere 21 personaggi dalla società civile da insediare al Senato, tra l’altro con il diritto magari di protrarre di un ulteriore settennato chi li ha gratificati del seggio onorifico.

 

Facciamo un po’ di conti. Il Capo dello Stato, grazie a questo potere, conterebbe proporzionalmente 35 milioni di volte più di un lombardo…

 

Per carità, è vero che Napolitano è stato un comunista di gran peso, e rappresentò durante l’invasione dell’Ungheria nel 1956 le istanze di circa 300 milioni di compagni sovietici in Italia, ma qui siamo oltre il culto della personalità stalinista, tanto più che Napolitano era per Kruscev.

Insomma, ci ripensi Renzi. Riscriva il tutto. Legga qualcosina.

E per favore, signor Presidente della Repubblica faccia presente che qui non si tratta di giocare alla conquista del mondo con un abracadabra ma di dare nuove istituzioni democratiche, più efficienti e meno costose al popolo sovrano, non alla sinistra onnipotente.

PER APPROFONDIMENTI, VAI SUL SITO WWW.ILMATTINALE.IT