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GOVERNO. Ultima chiamata di Berlusconi a Renzi. Non ricadremo nella sindrome Monti. O rispetti i patti subito, o schianti l’Italia ma non in nostro nome

 

Renzi berlusconi

Basta così. Basta accomodarsi sulla coda del Frecciarossa di Renzi che porta allo schianto l’Italia. Per di più facendo passare Berlusconi per suo complice e compagno di manovra in cabina di guida.

 

Questa è una menzogna ad uso della propaganda che vuole uccidere la nuova Forza Italia nella culla, rendendoci corresponsabili di scelte che sono antitetiche alle nostre. Basta così. Ultima chiamata. O cambia rotta, o addio.

 

Non funziona più la sindrome di incantamento, del tipo di quella scatenata dal golpe di Monti, quando eravamo Pdl. Che cosa accadde nel 2011? Monti si insediò e noi – dinanzi alle fortissime pressioni dei poteri forti – ci sistemammo nel coro dei montiani, in posizione subordinata ma recettiva delle sue disastrose scelte che hanno affondato l’Italia.

Un’Italia che Berlusconi e il suo governo avevano difeso al meglio dall’onda della crisi, nonostante il tremendo debito pubblico.

 

Il ricatto fasullo per cui se avessimo fatto cascare il governo dei tecnici il Paese sarebbe stato travolto, ci trattenne. Il Pdl scese circa al 12 per cento, ovvio: il nostro popolo si sentì tradito dalle foto giulive di Alfano, Casini, Bersani e Monti, concordi e felici mentre la gente soffriva.

In realtà era proprio Monti a travolgere il benessere della gente, e la sua caduta invece avrebbe giovato.

 

Quando Berlusconi, che covava da sempre in sé quel giudizio, si scrollò di dosso i cicisbei del montismo e decise di rompere con Mister Bocconi, iniziò la riscossa. Avremmo vinto le elezioni se non ci fossero stati i consueti brogli della sinistra. Tant’è. 0,37 per cento in meno del Pd.

Ora che accade? Non rifacciamo la storia infame dei colpi di Stato contro il nostro Presidente. Saltiamo a Renzi. Al 18 gennaio. Al Patto per la legge elettorale e le riforme. Alla coessenzialità di Berlusconi nel lavoro per cambiare in meglio l’Italia.

Abbiamo sempre riconosciuto a colui che poco dopo sarebbe diventato premier questo coraggio e questo merito.

 

La questione è che poi il Patto lo sta mandando alla malora. Con la scusa che siamo con lui maggioranza per le riforme, vorrebbe da Berlusconi e da Forza Italia una specie di acquiescenza silente alla sua condotta ordinaria di governo.

 

Be’, basta così. O si decide a mettere subito ai voti l’Italicum senza ulteriori modifiche (è o non è anche il capo del Pd?), dà contenuti seri alla riforma del Senato, discutendone, non manda all’aria il bilancio con scelte senza copertura legale. O risponde all’ultima chiamata di Berlusconi e obbedisce alla firma in calce al Patto, ma subito però, o basta così. Se vuole schiantare l’Italia ci provi da solo, non in nome di Berlusconi e nostro.

 

(P.S. Questa nota è a futura memoria. Ma è anche un invito a mettersi in spalla lo zaino. Avremo anche le scarpe di cartone, ma abbiamo la testa dura e pure un’anima. Sappiamo bene che i giornaloni cercano di sbianchettarci con la tecnica del ridurci a macchietta. Sbianchetta e macchietta. Ti conosco mascherina renziana).