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ITALICUM. Un punto, un punto solo. Legge elettorale subito, approvata definitivamente entro Pasqua. Poi sul resto si procederà.

 
 

 

 

Italicum

Insistono, dalle parti di Renzi. Dicono: noi del Pd staremo agli accordi per le riforme, Forza Italia siamo sicuri procederà con noi. Altrimenti faremo da soli. Se si mette contro, ne risponderà agli italiani.

 

Alt.

Prima di seguirli su questa strada, contestandoli e facendo notare che da soli non ce la farebbero, e che il progetto renziano sul Senato è una sciagura, vogliamo essere costruttivi.

 

Definiamo un punto, uno solo. Senza arzigogoli e codicilli.

 

Rimandando a dopo, con serenità, la discussione sulla qualità della riforma del Senato, peraltro solo approvata in bozzolo dal Consiglio dei ministri, ma senza sapere che farfalla sarà, e perciò non ancora depositata formalmente in nessun ramo del Parlamento.

Fissato quel punto, sottoscritto con chiarezza quello, non ci sottrarremo a nulla.

 

Non ribalteremo il tavolo. C’è un momento, ed è questo, che dopo aver passeggiato, dialogando, ci si trova davanti un portone chiuso.

C’è da infilare la chiave nella toppa e aprire. Dietro c’è il mondo lucente delle riforme. Ma prima bisogna infilare la chiave.

Quella chiave si chiama Italicum. Senza Italicum, rien ne va plus.

Primum Italicum, deinde de Senato philosophari. Renzi dovrà ballare da solo.

Ecco la scaletta di un nuovo accordo tra Berlusconi e Renzi, allora.

 

UNO. L’Italicum sia subito incardinato al Senato. Giace lì da tre settimane, in una specie di catalessi che lo sta trasformando in salmone affumicato norvegese.

 

UNO BIS. Va bene nella forma approvata alla Camera. Non c’è il cosiddetto salva Lega, che pure era previsto nel Patto del 18 gennaio? Fa niente.

 

UNO TRIS. Renzi garantisca che sia approvato entro Pasqua. Si può fare benissimo. Era previsto fosse approvato molto prima, nell’accordo del Nazareno.

 

Quote, soglie, percentuali. Abbiamo accettato piallature, amputazioni senza fiatare, pur di salvaguardare il camminare insieme. Noi vogliamo andare oltre il portone, procedere. La chiave si chiama Italicum. Per dirla in renzese: “O così o Pomì”. 

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