La gaffe di Renzi sull’Eni dimostra la sua incompetenza. Bisogna voltare pagina

Qualche giorno fa il premier Matteo Renzi, ospite di un talk show televisivo, ha affermato senza mezzi termini che l’Eni sarebbe una costola dei servizi segreti italiani. Così, senza imbarazzo. L’imbarazzo invece si è manifestato all’interno della citata azienda, che da moltissimi anni è leader nel settore dell’energia; basterebbe ricordare la meritoria attività di Enrico Mattei. Ma forse Renzi non sa chi sia stato in passato Mattei, come ignora le conseguenze di affermazioni come quelle avanzate dalla Gruber.

Ad essere preoccupati dunque, non sono stati solo i vertici dell’azienda (che, tra l’altro dovranno essere a breve rinnovati), ma anche i dipendenti e gli azionisti stranieri di Eni. Insomma un bel pasticcio quello commesso dal nostro Presidente del Consiglio, incurante delle ripercussioni delle sue dichiarazioni.

L’Italia attraversa una fase di persistente debolezza economica, in cui tuttavia si intravede qualche minimo spiraglio di ripresa, frenato in primis da una tassazione sulle imprese impressionante. Che cosa voglia fare in merito il governo non è dato sapere, come non è dato sapere cosa accadrà se per garantire la promessa degli 80 euro in più in busta paga per i lavoratori si altereranno i già precari equilibri di bilancio. Sono tre anni che gli italiani non possono esercitare il loro diritto di voto: prima con Monti, poi con Letta ed ora con Renzi. Intanto la situazione complessiva del Paese non muta, anzi sembra peggiorare.

La gaffe sull’Eni come entità appartenente ai servizi segreti potrebbe essere vista come un dettaglio marginale, una svista che può capitare quando si discute di problemi reali per diverse ore al giorno. Peccato che Renzi tratti solo di questioni irrealizzabili, di cose che non stanno né in cielo né in terra. Bisognerebbe voltare pagina, e farlo in tutta fretta. Le elezioni europee del 25 maggio sono già una buona opportunità per cercare di cambiare scenario.

Angelica Stramazzi

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