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10 APRILE. Il diritto alla libertà di un innocente. Nell’assurda tragedia prevalga il male minore. Mentre aspettiamo un giudice a Berlino

 

ITALY POLITICS GOVERNMENT

La sentenza che ha condannato un innocente giunge a maturazione con il suo frutto marcio.

 

Non ne facciamo certo una colpa ai due giudici e ai due esperti del Tribunale di Milano incaricati di scegliere i modi di applicazione della pena.

 

Il punto è che il dovere che domani tocca loro esercitare “nel nome del popolo italiano” non c’entra niente con il popolo italiano, non riguarda la giustizia, non ha nulla a che fare con la sovranità popolare.

 

Decidere come tagliare a pezzi la libertà a Silvio Berlusconi è un’indecenza. Inaccettabile. E non riusciamo a capire come le Autorità massime della Repubblica non abbiano usato le loro prerogative per deviare questo colpo di mortaio.

 

In primis ci interessa l’amarezza e l’umiliazione inflitte a quest’uomo. Ci interessa la persona, il suo essere un individuo, cittadino di questo Paese.

 

Quello che ha subito, prescindendo dal suo essere un leader, dalla storia che ha avuto ed ha, è la prova del nove, la pistola fumante di un delitto avvenuto contro chi non solo non ha commesso alcun reato, ma ha fornito ogni tipo di documentazione e testimonianza che dimostrano l’assoluta estraneità rispetto all’ipotesi criminale piazzatagli sulle spalle.

 

Questa esperienza che sta vivendo l’uomo, il singolo Silvio Berlusconi, e che ferisce lui e la sua famiglia, è capitata a milioni di persone, vittime di procedimenti penali e cause civili trascinate nell’assurdo e senza possibilità di sottrarsi a una macchina spaventosa, la quale troppe volte non vede né vuole conoscere davvero i fatti, ma giudica spesso secondo pregiudizi classisti, interessi politici, filtri ideologici.

 

Il fatto di ingiustizia che tocca Berlusconi lacera la sua pelle. Ma percuote e ferisce anche il suo popolo, che in vent’anni gli ha dato 167 milioni di voti.

 

(Il calcolo è semplice. Ai 167 milioni di schede a lui attribuite per le elezioni di Camera e Senato, vanno aggiunti i 33 milioni di consensi raccolti nelle quattro consultazioni europee da Forza Italia tre volte ed una dal Pdl).

 

E dovrebbe stringere il petto con un senso di oppressione a chiunque, anche tra gli avversari, pur che abbiano a cuore giustizia e democrazia. O almeno senso della competizione. Che soddisfazione dà affrontare sul ring un rivale a cui gli arbitri hanno legato un braccio?

 

Detto questo, segnalato l’inaccettabile percorso dell’ingiustizia, che almeno questa pena sia conforme a buon senso  e amore per l’Italia. La democrazia non deve essere messa in ceppi.

 

Presidente, tutti i deputati di Forza Italia sono uniti al grande popolo dei moderati in un abbraccio alla tua cara, amata persona.

 

 

P.S. Aspettiamo un giudice a Berlino. Meglio: a Strasburgo. Il rifiuto di ieri a rimettere urgentemente in questione l’incandidabilità di Berlusconi per le europee, è una decisione sbagliata, emessa senza neppure esaminare le carte.

Ma questa scelta erronea non pregiudica affatto il percorso perché in sede di Corte europea dei diritti dell’uomo si rimedi alla patente ingiustizia che ha colpito il leader di Forza Italia.

 

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