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RENZI&GRILLO. La lotta tra i due cannibali parolai, alleati contro di noi con il sostegno di poteri forti e giornaloni. Spezzare la morsa è possibile, necessario e vincente. Come al tempo di Monti

 
 

 

Renzi Grillo

Il nuovo potere incombente è renzian-grillino.

 

 

 

I due capi sono antiteticamente uguali. Godono di uno straordinario appoggio mediatico e sono speculari quanto a contenuti politici: il linguaggio furbo e violento del populismo. Si caratterizzano per la critica demolitoria del passato e del presente, si proclamano responsabili del futuro, su cui  verifica non può esserci.

Sono in realtà due cannibali. Succhiano idee e argomenti  del centrodestra, se ne nutrono come certe etnie del Borneo del fegato e del cuore di coloro che odiano. E assorbendoli li snaturano.

Guardiamo Renzi. Le battaglie contro la burocrazia, contro le tasse, per il merito, contro la concertazione, sono le nostre. Ma sa benissimo di non poterle gestire con la maggioranza di sinistra che ha. Dunque è puramente parolaio.

Allo stesso modo Grillo, ci copia sul giudizio sulla sinistra, sull’Europa tedesca, sulla Rai, sui giornaloni, sui clandestini: peccato che i suoi eletti siano la quintessenza della sinistra da centro sociale. Impossibile che faccia quel (poco) di buono che dice.

Questi due cannibali parolai sono dati per vincenti alle prossime elezioni e oltre (“Nelle urne sarà partita a due”).

 

Ilvo Diamanti sulla prima pagina di “Repubblica” oggi sostiene, con forti argomenti demoscopici e non solo, che questa spartizione dei consensi è subordinata al fatto che ciascuno dei due manterrà il monopolio, uno della maggioranza, l’altro dell’opposizione.

 

Forza Italia è percepita come parte del codazzo renziano. È Renzi a giocare sull’equivoco e a lucrare sul nostro senso dello Stato. Scrive Diamanti:”FI fa l’opposizione a parole, ma agisce da complemento al premier.

 

Mentre Renzi tratta con Berlusconi per neutralizzarlo e intercettare i suoi voti, più che per restituirgli credito”.

 

Ovviamente non è vero. La nostra opposizione – lo dimostriamo ogni giorno alla Camera e su queste pagine – è dura e senza alcun cedimento. E la rivendicazione del Patto del 18 gennaio è da parte di Berlusconi, autentico statista, un atto di responsabilità e amore all’Italia.

 

Certo se questo secondo corno della questione politica si rivela una finzione turlupinatrice, allora di certo, al più presto, Berlusconi ne tirerà le conseguenze.

 Monti

E sconvolgerà il panorama con la sua genialità di leader del popolo.

C’è un precedente. Dicembre 2012. Monti come Renzi… E perché no?…

 

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