Socialize

BERLUSCONI. E’ innocente e saprà trarre il bene anche dall’ingiustizia subita. Per questo la sinistra giustizialista è furente. E schiuma invidia anche per la condanna

 

Berlusconi

 

 

 

 

Riescono a invidiare Berlusconi anche per la condanna che ha subìto. Proprio non ci sta dentro nelle loro misure meschine, nella bara mediatica e di esclusione sociale che gli stavano preparando da vent’anni: Berlusconi sfugge loro da tutte le parti, gli ribalta la sinderesi, li fa uscire di testa.

Pensavano di averlo azzerato, annichilito. Niente. Lo volevano in galera, questo è certo, non potendo ambire alla forca, visto che i sistemi sbrigativi della Lubjanka non sono più commestibili. Ma vederlo ancora in giro – con un sacco di limiti temporali e di movimento, ma pur sempre con libertà di parola e di comizio, tra la gente e in tivù – li getta in qualcosa di peggio della paura.

 

Saperlo galvanizzato”, come sono costretti a scrivere nelle cronache dei loro giornali,  li rinchiude nella gattabuia di se stessi, li consegna al sentimento del rancore impotente.

Diciamolo. Se qualche anima ingenua in Italia e all’estero avesse avuto ancora dei dubbi sulla persecuzione politica che ha torturato Berlusconi da vent’anni, basterebbero le reazioni a questa sentenza del Tribunale di Milano, per comprendere come la competizione dei suoi avversari sia stata marcata da qualcosa di bestiale, che non c’entra nulla né con le idee né con le scelte strategiche in economia e sul resto, ma riguardi proprio l’intolleranza verso la persona, quel che è, la sua capacità di radunare le forze del popolo contro i residuati immarcescibili del muro di Berlino.

d'alema

Su D’Alema & Co. ha scritto parole definitive Alessandro Sallusti, che riprendiamo in altro articolo, qui li lasciamo annegare nel loro brodo di cavoli amari.

E guardiamo invece la realtà di un uomo innocente, alla sua amarezza. Per renderci conto di quale forza d’animo debba avere per trarre da un male il bene, ex malo bonum.

Espresse questa sua idea della vita, ereditata dall’educazione cristiana ricevuta dalla madre, persino subito dopo l’attentato del 13 dicembre del 2009 in piazza Duomo a Milano. Incapace di rancore, questo fa essere statista un politico: essere proteso sempre e comunque al positivo.

 

Resta però l’ingiustizia, e noi non la dimentichiamo di certo sotto il fumo dei lamenti della sinistra giustizialista, che vuole occultare la pietra dello scandalo. E cioè che qualunque fosse stata la pena sarebbe stata comunque, ed è di fatto, un’offesa alla verità.

Ma quale frode fiscale! Lo abbiamo dimostrato e arciprovato su “Il Mattinale” – e riproduciamo questo testo lampante oggi – che non c’entra niente con l’accusa, ed anzi è vittima di una truffa, come sostiene il Fisco statunitense.

 

Ricordiamo chi è Silvio Berlusconi. Facciamolo da tutte le parti. In televisione e nei bar. Uno statista che è protagonista della scena politica italiana da oltre venti anni, un diplomatico che è riuscito a instaurare rapporti di amicizia con gli altri grandi leader europei, un imprenditore che ha creato 54.000 posti di lavoro, un filantropo silenzioso, un uomo di sport, un grandissimo creativo che ha inventato le televisioni private.

I servizi sociali sicuramente sono impossibili da accettare come pena per chi non è colpevole.

Ma se ci astraiamo dalle due parole “pena” e “condanna”, la qualità umana di Berlusconi si manifesterà più autenticamente che mai nella vicinanza alle persone sofferenti.

E se mettiamo insieme a questo impegno di condivisione dei bisogni, la possibilità di far campagna elettorale, seppure con restrizioni, capiamo molto bene il furore della sinistra, la quale non si rassegna a ritrovarselo davanti più forte di prima, temprato da questa tempesta vigliacca e capace di trasformarla in risorsa per l’Italia.

 

PER APPROFONDIMENTI, WWW.ILMATTINALE.IT