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GOVERNO. Renzi rottama Letta, Alfano e Napolitano. Ecco chi destabilizza

 

Renzi

Nel momento in cui Matteo Renzi, praticamente a reti unificate, annuncia: “mai più larghe intese”, toglie qualsiasi ragione politica e morale all’attuale governo. E prima ancora alla attuale maggioranza. E prima-prima ancora al Presidente della Repubblica, che ha ancorato il suo secondo mandato proprio a questa grande scommessa.

 

Lo ammette compiaciuta anche “Repubblica” che però non osa dire la verità fino in fondo per paura di nuocergli. Scrive nell’editoriale Ilvo Diamanti, ormai teorico del renzismo;”‘Mai più larghe intese’, risuonato più volte ieri alla Leopolda, echeggia dunque come: ‘Mai più Letta'”. Visione minimalista per non spaventare più su…

Insomma Renzi rottama in un colpo solo: Letta, Alfano e Napolitano. Un progetto espresso con presunzione e totale spregio dei richiami a responsabilità e stabilità continuamente espressi dal Quirinale e da Palazzo Chigi e diretti unilateralemte e ingiustamente contro Berlusconi e il centrodestra.

 

Nessun dibattito, nessun ragionamento di contenuti sostiene Renzi nella sua ascesa e permanenza sull’albero del pero. Del resto l’ambiente era quello che rende sgradito a priori qualsiasi dissenso e sono ammessi solo brindisi e benedizioni: la Leopolda è stata una specie di banchetto matrimoniale dove la sposa sarebbe l’Italia e lui lo sposino. Testimoni dello sposo: Guglielmo Epifani (Pd) e Gennaro Migliore (Sel).

 

Che si sono concessi simpaticamente solo allusioni e illusioni sulle superdoti del loro prediletto.

Per ora la sposa si fa attendere. E se conosciamo qualcosa dei gusti dell’Italia, mai propensa a consegnarsi alla sinistra, salvo la divisione del centrodestra, non si presenterà all’appuntamento di uno che si limita a essere nel torneo del flipper di chiacchiere e battute il campione del bar.

Firenze, Matteo Renzi ed Enrico Letta a Palazzo Vecchio

 

Qui si pone la sfida al nostro movimento-partito. Essa è innanzitutto quella dell’unità. Non un rassemblement qualsiasi, tenuto insieme con lo sputo della convenienza, ma una unità profonda, che sarà vincente se, nella fiducia razionale al leader Berlusconi (che non c’entra niente con il fideismo) saprà progettare un grande futuro per l’Italia dentro la memoria rivoluzionaria delle origini.

I valori e le certezze espressi da Silvio Berlusconi vent’anni fa hanno la perenne vitalità delle cose vere.

E non sono appena parole autentiche, ma hanno la forza delle cose. Il parlare per Berlusconi è fare, per Renzi chiacchierare.

 

Abbiamo scritto che Renzi rottama anche Alfano, insieme a Letta e Napolitano. Peccato che questo non sia nelle prerogative di un Renzi che ha in mano il Partito democratico e i suoi destini, ma quelli del capo della nostra delegazione al governo no di certo. Non si illuda Renzi, e neanche si immagini percorsi strani Letta: noi del Pdl/Forza Italia siamo i grandi difensori del patrimonio umano e politico che coincide con la persona di Angelino Alfano.

 

Questo extra moenia. Tanto più nelle nostre fila.

Non esiste, non deve esistere, nella mente di nessuno che ami davvero Berlusconi e la nostra storia, il desiderio di una qualsiasi forma di scissione, separazione, federazione o qualunque formula che annacqui la nostra proposta a questa “Italia che amiamo”.

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA “IL MATTINALE – 28 ottobre 2013”