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L’Italia appesa ad un filo. Il sovraffollamento carcerario va risolto, la dignità umana va tutelata in ogni luogo

 

carceri

 

Nella giornata di domani, scadrà il termine ultimo che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha fissato per l’Italia in riferimento alla sentenza Torreggiani. Il nostro Paese aveva un anno di tempo per adottare misure in grado di contrastare il sovraffollamento carcerario, ma poco –  anzi, pochissimo –  è stato fatto.

Nelle carceri italiane si contano 134 detenuti ogni 100 posti disponibili, un dato drammatico, che si riflette anche sul bilancio complessivo dello Stato. Secondo i dati forniti dall’associazione Antigone Onlus, sono circa 4mila i ricorsi finora presentati dai detenuti, tutti inerenti il problema del sovraffollamento. “Posto che in media il risarcimento è di 15mila euro – fanno sapere sempre da Antigone –  si potrebbe giungere a una cifra complessiva di 60 milioni. Chi ha subito un’umiliazione dallo Stato deve essere risarcito”.

Il carcere nel nostro Paese è tortura legalizzata: più volte lo abbiamo scritto e ripetuto, mai ci stancheremo di ribadirlo. Purtroppo le forze politiche, ad eccezione dei Radicali e di Forza Italia, hanno fatto orecchie da mercante, come se la dignità umana non fosse un “parametro” per stabilire la grandezza di una democrazia.

Perché si continua ad eludere il tema carceri? Perché non si dà vita a provvedimenti che siano in grado di risanare il nostro sistema carcerario? Forse perché i detenuti non votano? Speriamo non sia così. Resta il fatto che nulla viene elaborato in favore di coloro che si trovano dietro le sbarre, privati della libertà e di un briciolo di compassione.

Tutti possono sbagliare, ma tutti possono redimersi. Anzi, hanno il diritto di redimersi. Per poterlo fare però, devono essere messi nelle condizioni di poterlo fare. Di poter agire, seppur con delle restrizioni che qualsivoglia pena comporta.

Si dia priorità alla dignità umana: l’Italia è una democrazia evoluta, o almeno dovrebbe esserlo. Diamo voce ai moltissimi detenuti, restituendo loro condizioni carcerari più umane di quelle attualmente vigenti.

Angelica Stramazzi

TW@AngieStramazzi