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BERLUSCONI. E’ il nostro popolo, il nostro popolo è Berlusconi. La traversata del deserto ha il suo Mosè e il suo cantiere viaggiante verso una nuova Italia. Analisi per il futuro

 

berlusconi

La traversata del deserto ha due protagonisti:  Mosè e il suo popolo. Non esiste uno senza l’altro. Quando a Mosè riesce sì l’ennesimo miracolo, ma la manna è meno abbondante, nascono turbolenze, spuntano capipopolo.

 

Tutto normale. Di certo però non ci sarebbe stata traversata del deserto se ci si fosse attardati a mettere in dubbio l’itinerario indicato dal leader. L’avventura sarebbe finita prima di attraversare il Mar Rosso, con i carri del faraone e il suo esercito alle calcagna.

 

Nella Bibbia è Dio che provvede a fulminare i tiratardi. Lasciamo perdere Dio, che ha questioni più dirimenti da affrontare in Nigeria, in Siria e in Ucraina.  A noi basta il buon senso per comprendere come finché c’è un Mosè, e noi ce l’abbiamo, va ascoltato, contraddetto, nella serenità a volte effervescente di un dialogo familiare, ma Mosè resta Mosè, e alla fine tocca a lui scegliere il percorso nel deserto, dare i ritmi del cammino, con la magnanimità e la larghezza di mente che consente di non perdere nessuno e di ritrovare chi si era allontanato.

 

Abbiamo fatto durare la metafora anche troppo. Et omnis comparatio claudicat. Tutti i paragoni zoppicano, ok. Ma Forza Italia è questo popolo e questo leader, e viceversa. Sarà un’anomalia rispetto a tutti gli altri partiti e alla storia politica italiana, ma è una meravigliosa anomalia che ha salvato l’Italia, nel 1994 e per vent’anni, da una deriva verso un comunismo che di post aveva solo l’intestazione buona per i gonzi e per occupare vecchie e nuove casematte del potere.

Negli ultimi anni, questa benedetta anomalia berlusconiana è stata l’unica barriera frapposta al IV Reich, invasivo e dominatore  sull’onda della crisi economica e finanziaria.

 

Berlusconi (e il suo popolo) ha pagato e sta pagando il coraggio della tutela data agli interessi nazionali rispetto al servilismo golpista della sinistra e dei suoi surrogati pseudo centristi. Oggi – con senso di responsabilità: non siamo gente da avventure antisistema, siamo moderati – Forza Italia è l’unico spazio realistico e propositivo di alternativa all’egemonia dei poteri forti che hanno optato per Renzi, dopo aver promosso un falso derby tra il Partito democratico e i  Cinque Stelle.

Se oggi Renzi può presentarsi in Europa ponendosi, con qualche possibilità di riscuotere successo, su una linea riformista anti-austerità e per la ridiscussione dei trattati, questo è stato, è e sarà reso possibile dalla nostra spinta critica ma costruttiva, intransigente ma dialogante.

 

Di seguito offriamo la lettura per punti del testo tratto dalle parole di Berlusconi e sintesi della Presidenza di Forza Italia tenutasi ieri.

 

La traversata nel deserto parte da una costatazione. Prima ancora del nemico alle spalle che ci vuole inghiottire, c’è un sacco di gente là fuori. Fuori da tutto, lontana dalle scelte. Quella lì è gente a cui solo noi siamo in grado di proporre una speranza realistica. Non quella evanescente e tutta fumogeni e petardi verbali di Renzi & Boschi. Neanche quella mescolata a rabbia e violenza di Grillo & Casaleggio. La seconda è stata esorcizzata con il suo magnifico sacrificio da Silvio Berlusconi.

 

Ora il compito è di restituire la voglia di fidarsi e di partecipare a una folla sterminata. Sono circa 25 milioni. Si sono spostati in quel collettivo anonimo e frastornato diversi milioni di nostri amici, che non abbiamo saputo (o potuto, per la stramaledetta censura  e le ben note limitazioni che hanno incatenato il nostro leader) attrarre, riscaldandogli il cuore e illuminandone il futuro.

 

C’è un sacco di posto nella nostra carovana. La nostra famiglia, che è fatta da gente con temperamento diverso, con propensioni variegate, non ha nessuna ragione per essere mesta e litigiosa, ce ne sono tante invece perché sia accogliente e piena di vitalità. Se appena appena attingiamo un po’ alla testimonianza di Berlusconi, se non lo lasceremo da solo a portare il carico del cammino, lamentandoci di dietro, dopo aver magari finto fiduciosa devozione. Non devozione ma fiducia, please. Non compari maldicenti, ma amici veri, tesi alla meta.

 

La leadership inconsutile di Silvio Berlusconi ci comunica con la sua testimonianza e le sue indicazioni operative che si può vedere oltre le attuali secche.

 

Riflettiamo sui numeri. Gli astenuti sono stati 21.671.205, le schede nulle o bianche rappresentano 1.542.352 elettori. In totale abbiamo 23.213.557 elettori non rappresentati cioè oltre il doppio degli 11.203.231 voti incassati da Renzi. Il partito di Renzi, il partito del Faraone ha meno della metà del partito dei dispersi.  Dobbiamo radunare intorno alle nostre tende di viaggiatori verso la libertà e la prosperità dell’Italia, prima ancora che sigle di partiti dell’area di centrodestra, questa folla che solo apparentemente è anonima, ma è fatta di nomi, cognomi, di pulsanti di citofoni, numeri di telefono, storie e vita vera.

 

Questo popolo che si è sentito abbandonato, non si riconosce più in nessuna bandiera, attratto non da altri profeti,  ma deluso dalla politica in quanto tale, grazie anche all’opera meticolosa dei mass media servi di chi ha interesse a polverizzare la nostra nazione.

 

La traversata del deserto ha bisogno di un cantiere viaggiante. Che costruisca l’idea di un nuovo mondo incontrando nel lavoro quotidiano persone, realtà sociali, categorie. I “corpi intermedi”, le realtà associate in sigle antiche o nuove, ma comunque tutti portatori di interessi e ideali profondi ma anche molto pratici.

 

Un lavoro quotidiano, faticoso, ma bello. Molto bello. Le tappe di questo viaggio saranno i congressi ad ogni livello. Sul resto, ci sentiamo presto.