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FORZA ITALIA. Non ci manca niente per traversare con baldanza il deserto. Abbiamo Mosè-Berlusconi. La traversata passa dai referendum. La strategia delle oasi. Mentre Renzi è ebbro di sé e sta organizzando un regime rosé

 
 

Forza Italia

Siamo bene attrezzati per la traversata del deserto. Chi ha visto in tivù le immagini della conferenza stampa dei tre di Berlusconi (Brunetta-Romani-Toti) con Salvini alla Camera, prima ancora dei concetti ha capito l’aria che tirava lì. C’era qualcosa di vibrante, una prospettiva, una strada. Invece di ripiegarci nell’ennesima rianalisi e sottoanalisi del voto, subito al lavoro. Capaci di rapporti, di alleanze.

Siamo bene attrezzati per la traversata del deserto, che faremo in modo sia più breve possibile, e senza nel frattempo rinunciare a sortite riformiste. Quale strategia? La mobilitazione popolare per via di referendum. Esiste uno spazio eccezionale di democrazia da rinfrescare dopo che è stato consumato dalla noia e dalla ripetitività. Ci sono due eventuali ostacoli. Uno lo prevediamo per esperienza: la censura. L’altro va scongiurato come la peste: ed è la pigrizia. Di questa lebbra dell’anima, figlia del fatalismo, non possiamo dar colpa a nessuno, tenerla lontana da noi dipende dal nostro desiderio di libertà, che è contagioso.

Non ci manca niente per traversare con baldanza il deserto. Abbiamo Mosè-Berlusconi, la sua testimonianza. Abbiamo compagni di viaggio ritemprati dal successo, aspettandone altri. E contro il Faraone, strategia di popolo, con referendum riformatori. Prima i due della Lega, sulle pensioni e sul reato di clandestinità, poi verranno altri, sulla giustizia, sul lavoro, di nostro conio…

La road map per dare ai moderati che sono la maggioranza nel Paese una corrispondente supremazia politica passa dai referendum, da cui far passare le nostre idee riformiste che trovano la sordità chiacchierona di Renzi.

Il cantiere di elaborazione del programma e di definizione di quesiti referendari efficaci sono oasi nel deserto, utili per ritemprare la carovana e radunare i dispersi.

Il dialogo e l’incontro con i “corpi intermedi”, le realtà associative del Paese che soffre e vuole vivere, sono il metodo per trasformare questo tempo di opposizione intransigente in costruzione di una nuova maggioranza con una coalizione vincente, per cui non mettiamo limiti alla Provvidenza.

E Renzi? E le riforme di Renzi? Noi ci siamo. Ci siamo sempre stati. Non può però usare i nuovi numeri per costringerci a rinunciare a noi stessi, alle nostre idee, imponendoci patti leonini.

Siamo leali, ma non bischeri. E il gioco del fiorentino ci garba poco o punto.

Ci aspettiamo che il prossimo passo di Renzi per la riforma della Costituzione sia la reintroduzione della religione di Stato: l’Oltranzismo, con le sue liturgie del Nazareno, i paramenti, le madonne pellegrine in Congo, le prediche, le profezie, la promessa della vita eterna eccetera. Il 40,8 per cento più che una percentuale di voti è diventato un tasso alcolemico. Ebbrezza pericolosa. Inquina e deforma il Patto del 18 gennaio. Era un patto tra pari, ora sembra una concessione di Zeus.

 Lo spiega Stefano Rodotà in una intervista su “Il Fatto” dove individua nel discorso di ieri al Nazareno del segretario e premier una specie di enfiagione autoritaria: “Il risultato è importante, ma non significa che oggi Renzi sia un Principe sciolto da ogni vincolo rispetto alle regole costituzionali! … Non è accettabile sentire il premier dire ‘dopo di me il diluvio’ a proposito delle riforme costituzionali”.

Concordiamo. La direzione di ieri è stata la cerimonia della prima pietra di un regime rosé. A Renzi, con la prosternazione delle ex opposizioni interne, e l’accorrere festoso al suo banchetto non fa paura l’assenza di numeri certi al Senato, perché quelli che non sono sicuri oggi, lo saranno domani, grazie allo scouting, detto anche compravendita democratica, di Sel e di Cinque Stelle. Ormai siamo ad una gara di stampelle felici di esserlo. A destra Ncd, e se dovesse faticare a reggere il ritmo, stampella a sinistra, olè.

E noi? Noi traversiamo il deserto. Abbiamo un leader grande e forte. Non siamo né scornati né stanchi. Abbiamo un sacco di idee e di energia.