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GOVERNO. La deviazione dello sguardo. La spettacolarizzazione del Mose come forma di distrazione di massa. Disoccupazione, crisi, inconcludenza di Renzi censurati dal fuoco d’artificio dei verbali. Di certo la corruzione è alto tradimento, ma lo è, a maggior ragione, uccidere la democrazia, come ha fatto il golpe del 2011. Ma qualcuno a sinistra frena…

 

ELEZIONI: NELLA TANA DEL ROTTAMATORE ORA C'E' CAUTELA E RIFLESSIONE

I dati sulla disoccupazione in Italia sono più spaventosi di sempre. 3,7 % quella generale, 46%  tra i giovani. E il governo latita. Le parole si fanno sempre più sonore, definitive. E le decisioni assenti.

Una tragedia.

Giunge a proposito, per dare a Renzi l’occasione di un altro proclama, il 37esimo in 100 giorni, una media partita da fuoriclasse. Questa volta la corruzione è “alto tradimento”. Niente da dire. La definizione è calzante. Quando un popolo è allo stremo, chi lucra rapina persino più del denaro, distrugge la speranza. Non ci interessa qui sostenere che la corruzione – presunta, sia chiaro – tocca uomini di qualsiasi schieramento. Non è che mal comune sia mezzo gaudio. Semmai questo impone di non vedere il male come connesso a una posizione politica, ma a un guasto morale di ciascun singolo, sulla base del principio giuridico “la responsabilità penale è personale”. La responsabilità politica comincia quando non si individuano i rimedi, si cincischia con le frasi ad effetto, si abusa della propaganda.

Sin dai giorni scorsi abbiamo spiegato come la lotta efficace alla corruzione non stia tanto in commissariamenti quanto nella trasparenza e semplificazione. Di questo diciamo nelle pagine seguenti. Qui ci interessa notare:

 

1)   La spettacolarizzazione dello scandalo, è una forma di distrazione di massa dalla paurosa inefficacia del governo davanti al problema della disoccupazione. Una volta era il marxismo a spiegare questa tecnica consolatoria attribuendola alla religione oppio dei popoli. Adesso la religione è quella della forca.

2)   La definizione di “alto tradimento” ha una sua essenza specifica. Significa letteralmente “consegnare” il proprio Paese al nemico. Ora, se questo vale per i corrotti in senso traslato, vale in senso proprio e specifico con chi ha regalato l’Italia alle potenze straniere, demolendo la democrazia con un complotto che ha espropriato il popolo della sua sovranità.

3)   Noi abbiamo denunciato eventi precisi, indicato prove lampanti, fatto nomi e cognomi di testimoni diretti. C’è stato un complotto e c’è stato un golpe. Non è così? E’ una nostra fissazione? Ok, accettiamo il rischio di passare per visionari. Ma chi è così sicuro che tutto si sia svolto secondo prassi costituzionali, e l’Europa abbia giocato un ruolo maieutico, non dovrebbe temere nulla da una ricerca spassionata e appassionata della verità. O no?

4)   Per questo abbiamo proposto la Commissione di inchiesta parlamentare sui fatti dell’estate-autunno del 2011. A noi importa sapere. Riteniamo che la democrazia sia un valore fondante. Speravamo di non essere gli unici.

5)   Tira invece una strana aria, alla Camera. Pare infatti che nella maggioranza non si abbia alcuna intenzione di far approvare in Aula la legge che istituisce questa Commissione. Che insomma l’alto tradimento deve essere perseguito solo quando è una metafora, e quando invece ci sono elementi per individuarlo in senso proprio, allora no. Noi non ci crediamo. Siamo sicuri che nessuno ha paura della verità. Esponiamo perciò questo nostro sospetto per il gusto di essere smentiti.

 


(2a)

La vera storia della legge contro la corruzione. Non ci strapperanno questa bandiera in nome delle manette

 

Dopo l’esplosione della vicenda Mose torna alla ribalta il tema della corruzione, e con esso il dibattito, sempre molto fumoso e autoreferenziale, attorno alle norme che dovrebbero servire per limitare fenomeni di questo tipo.

La ricetta di Forza Italia è la medesima da sempre: trasparenza, meno burocrazia, controlli efficaci. Solo così si può mettere un freno ai comportamenti dannosi e criminali.

Altri commissari, nuove norme, aumenti delle pene e gride manzoniane varie servono a poco. Gli strumenti ci sono tutti, basta applicarli con determinazione.

La legge anticorruzione (n.190 del 2012), di cui tanto si è vantato Monti e il suo strambo governo tecnico, ha un padre morale e materiale: il governo Berlusconi.

La legge Severino, o almeno la parte nobile di quell’infausta legge, ricalca infatti per circa il 70% (il resto sono state solo inutili forzature) il testo, a firma Alfano-Brunetta, che il governo precedente a quello del Prof bocconiano, guidato proprio da Silvio Berlusconi, aveva messo a punto con grande senso di responsabilità.

Nel 2009, inoltre, sempre Brunetta, allora ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione, aveva fortemente voluto un provvedimento (legge n. 15 del 2009) sulla trasparenza nelle pubbliche amministrazioni, battendosi, anche con la riforma della Pa che porta il suo nome (legge n. 150 del 2009) per la chiarezza, e sempre dalla parte dei cittadini.

Il settore pubblico, è stata da sempre la nostra convinzione, deve essere un palazzo di cristallo agli occhi dei contribuenti. Siamo noi i portabandiera dell’anticorruzione e non ci faremo strappare questo vessillo in nome delle manette.

(2b)

Il caso Geithner e la necessità di una Commissione parlamentare d’inchiesta:
un dovere di trasparenza e di lealtà verso il popolo italiano

 

Questa settimana la Commissione Affari costituzionali della Camera ha iniziato l’esame della proposta, presentata da Forza Italia, di istituzione di una Commissione di inchiesta per far luce sulle vicende che nel 2011 portarono alla caduta del governo di Silvio Berlusconi e alla nascita di quello di Mario Monti. La relazione tenuta dal Presidente della Commissione Francesco Paolo Sisto ha permesso di incardinare il testo. L’esame in Aula è previsto a partire dal prossimo 16 giugno.

La proposta di istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta nasce, in particolare, dalle gravi informazioni rese note dall’ex Segretario al Tesoro degli Stati Uniti d’America Timothy Geithner, nel saggio Stress Test, la cui rilevanza non può lasciare indifferente alcun cittadino italiano.

Le notizie diffuse da Geithner sono di assoluta gravità, perché testimoniano di un «complotto» (sono parole dell’ex Segretario al Tesoro americano) ordito nei confronti di un Governo legittimato dai voti dei cittadini italiani, in totale spregio della Costituzione e del tutto al di fuori di qualsiasi procedura democratica.

Se fosse accertata la verità di quanto risulta non solo dal saggio di Geithner, ma anche da una pluralità di autorevolissime fonti (Zapatero, Alan Friedman, Peter Spiegel), emergerebbe un quadro allarmante di distorsione della nostra democrazia, della volontà degli elettori, della sovranità italiana.

Gli italiani non hanno certezza di quanto viene affermato, non ne conoscono alcun dettaglio; non sanno quali soggetti, organizzazioni, poteri o Stati vi siano eventualmente coinvolti, né se di ciò fossero informati o partecipi rappresentanti di istituzioni italiane ed europee o esponenti del sistema politico ed economico.

Dopo queste notizie, il silenzio e l’ignoranza non possono più essere accettati. Sono in gioco il sentimento di fiducia civile e istituzionale che lega i cittadini tra loro e alle loro istituzioni, malgrado le differenze politiche, economiche e sociali, e la dignità di un intero popolo.
Oggi non è in questione la ricostruzione di alcuni fatti di cronaca, più o meno importanti; oggi è messa a repentaglio l’unità intorno alla Costituzione e alla sovranità nazionale, senza la quale si rompe il patto civile e tutto diviene possibile.

Per approfondire vedi LO SPECIALE DE “IL MATTINALE”: “COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA”
vedi il link

http://www.ilmattinale.it/wp-content/uploads/2014/05/Il-Mattinale-Speciale-Commissione-di-inchiesta-parlamentare-29-maggio-2014-1.pdf

È necessaria chiarezza ed è necessario partire perciò da un’indagine del Parlamento, centro della sovranità nazionale così gravemente ferita, in grado di farsi promotore del più completo chiarimento, spingendo le istituzioni italiane ed europee all’esercizio di un dovere di trasparenza e di lealtà verso il popolo italiano.