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Caso Mauro. Renzi sovverte la democrazia ed epura chi non la pensa come lui

 

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I giornali hanno dato ampia rilevanza alla vicenda. Mario Mauro, ex ministro della Difesa del governo guidato da Enrico Letta, non è più membro della Commissione Affari Costituzionali del Senato. La decisione è stata presa dal premier Renzi, pare su indicazione di Pierferdinando Casini. Ma andiamo con ordine.

Mauro ha votato, qualche settimana fa, l’ordine del giorno Calderoli relativo ad un Senato di tipo elettivo, proposta questa che contrasta totalmente con la riforma che hanno in mente Renzi e Boschi. E’ bastato questo per far scattare le ire del premier e determinare la decisione di cui sopra.

Inoltre, l’ex ministro di Letta stava lavorando ad un progetto in grado di radunare al centro una vasta area moderata sostanzialmente alternativa al Pd: altro oltraggio a Renzi. Che, come è noto, ha guadagnato alle europee un 40% di consensi grazie soprattutto alla scomparsa di Scelta Civica e di altri rimasugli dell’esperimento montiano.

Tanto tuonò che piovve. La cosa sconcertante è che il premier utilizzi le istituzioni democratiche per epurare chi si discosta dalla sua linea di pensiero, premiando invece chi plaude in maniera incondizionata alle sue proposte.

Non sappiamo cosa esattamente avesse in mente Mauro, che prospettive di natura politica ipotizzasse per il suo futuro. Ciò che conta è il colpo che ha dovuto incassare per aver espresso le sue idee, per aver manifestato il suo pensiero.

Facile ipotizzare cosa sarebbe accaduto se un simile comportamento fosse stato adottato da un non “democratico” Renzi.

Angelica Stramazzi

TW@AngieStramazzi