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RIFORME. Cambiamo l’agenda politica, cambiamo gioco. Renzi vuole trascinarci nel vicoletto a discutere di Senato dei sindaci rossi. Gli opponiamo, mobilitandoci nel Paese e in Parlamento, l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e le riforme liberali.

 

RIFORME

L’agenda politica che Renzi sta imponendo con piglio autoritario da opera buffa è completamente sfasata rispetto alle necessità degli italiani. Qualcuno sa a che punto è delle preoccupazioni del mandarino di Firenze l’immigrazione? E la disoccupazione? E la giustizia?

Renzi si fa notare per il disprezzo che ha per amici dubbiosi e avversari leali. Ora sta portando avanti con violenza una specie di riforma del Senato che abbiamo già definito scritta coi piedi, e ora la sta imponendo sempre coi piedi, a calci nel sedere ai suoi alleati e compagni di partito. Non si fa. Non ci si può stare.

Che fare?

Semplice. Il fare deriva dal nostro essere. Noi siamo i moderati, l’unica voce resistente alla fascinazione truffaldina del premier figlio del vecchio golpe e di maggioranze anticostituzionali. La risposta al “che fare” è un’agenda alternativa. Cambiamo gioco.

L’agenda ha per punte di lancia proposte immediate.

  1. Riforma istituzionale. Elezione diretta del Presidente della Repubblica. Non abbiamo i numeri in Parlamento? Ovvio. Sappiamo fare i conti. Ma nel paese di certo sì. Lanciamo un referendum propositivo sul tema. E su questa base di lavoro sodo e indispensabile per garantire una democrazia davvero rappresentativa del popolo, raduniamo il centrodestra, e attrezziamoci per un referendum propositivo.
  1. Questione urgentissima. Immigrazione. Il Mare Nostrum si è dimostrato un disastro in ogni senso. Incrementa le tragedie e gli annegamenti della povera gente, cui diamo l’illusione della salvezza sicura; crea situazioni sociali esplosive.
  1. Rivoluzione liberale per lavoro. Per le tasse. Ed è un buon vademecum di azioni concrete il libro di Daniele Capezzone “Per la rivincita. Software liberale per tornare in partita”.

Nell’azione d’opposizione a questo governo, un’opposizione gremita di contenuti, si rilancia e si dà forma e volto nuovo a Forza Italia, intorno e con la guida di Silvio Berlusconi.

Il quale, non su basi teoriche, ma tenendo ben fisso davanti agli occhi il calendario dei prossimi appuntamenti, è l’unico capace di federare i moderati oggi dispersi. Certo, ci rendiamo conto, che il problema più forte si paleserà con chi, come Alfano e Lupi, Casini e Mauro, oggi sta in maggioranza, a noi assolutamente indigesta. Ma il tempo è rivelatore.

E siccome ce n’è poco, sarà molto rapido a manifestare l’insanabile contraddizione tra lo stare con Renzi e stare con il popolo moderato e il ceto medio vessato da questo governo delle promesse traditrici.