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FORZA ITALIA. La nostra scelta per la Repubblica presidenziale, con firme e referendum, spaventa Renzi e Grillo, che fanno i compari di streaming, per giocare alla palude. Non li lasceremo giocare come in “Mai dire banzai”.

 
 

Forza Italia

Il centro dei pensieri italiani adesso – nazionale a parte – ci stanno le tasse sulla casa. Ci si divide in due. Chi le paga adesso, per colpa dell’efficienza del suo comune, e chi si vede spostare la data più in là e respira un istante. Ma la sostanza è identica: una solenne bastonatura.

E chi usa il randello delle tasse contro gli italiani è questo governo: Renzi è un tassatore. L’unica cosa concreta sono più tasse per tutti.

La nostra proposta di riforma dello Stato non ci fa dimenticare Imu, Tasi e Irpef. È proprio la necessità di cambiare le cose in Italia, di ribaltare il regime statalista che prosciuga le risorse di famiglie e aziende,  ad imporci di dotare la sovranità popolare di strumenti idonei a consentire di farlo. Anzitutto il piccone per demolire la muraglia delle burocrazie e dei veti di partitini e corporazioni, e lasciare respirare la società con la sua capacità di iniziativa.

Per questo insistiamo: elezione diretta del Presidente della Repubblica. Questa è per noi la chiave di volta della architettura della Terza Repubblica.

Intorno a una figura di Presidente della Repubblica  legittimato dal suffragio universale e con poteri di governo reale, il resto discende a cascata.

Fissato in principio numero uno, gli altri  ne sono gerarchicamente subordinati.

Abbiamo già segnalato come la proposta di Berlusconi sia stata trattata minimalisticamente o oggetto di ridicoli travisamenti dai gendarmi del renzismo. Fa niente. È comunque efficace. Ha costretto Renzi e Grillo a cambiare agenda. Non a caso, dopo la proposta di Forza Italia ora i due si incontrano. Discuteranno di legge elettorale? Quisquilie rispetto allo snodo della forma di Repubblica che sola può determinare una modernizzazione del Paese (e in altro articolo, ne spieghiamo le ragioni in profondità).

Un avviso. Vi conosciamo mascherine, poco cari Renzi e Grillo. Se giocherete alla palude in streaming, come in certi tornei giapponesi  dove si sguazza per divertirsi e distrarre la gente,  tipo “Mai dire banzai” con la Gialappa’s, vi denunciamo agli italiani dovunque, censurati o meno, lo faremo sapere a tutti.

O le cose sono serie, o niente. O si parte dalla colonna portante, dalla pietra angolare, o è fuffa per perdigiorno, propaganda per catturare i gonzi.

Il nostro “presidenzialismo”  – lo chiamiamo così per semplificare, anche se come tutti gli “ismi” ci sta antipatico – è sistemico. Va insieme al federalismo (propugnato in primis dalla Lega Nord ma sostenuto da tutto il centrodestra), in un quadro di pesi e contrappesi, di Stato con un potere centrale forte, nella chiarezza di compiti dati alle Regioni (vedi nostra riforma del 2005).

Uno Stato forte, con un Presidente che possa decidere, necessario se in Europa non si vuole fare la fine dei vasi di creta tra vasi di ferro.

Si rifletta. A questo punto, se anche Grillo ci sta a sedersi al tavolo delle riforme, se anche la Lega si muove, se l’Ncd assume una posizione netta sulla Repubblica presidenziale; ecco che per Renzi diventa impossibile assumere il ruolo leonino che gli piace tanto. E deve prendere atto e tirare le conseguenze di questo stato di cose, che si presta solo a due scelte. O carne o pesce.

1)     O questa è una legislatura costituente, ed allora non può più fare il solista in chiesa con il suo Pd in dissesto e un Ncd periclitante fino al 2018. E deve distribuire pesi e contrappesi a prescindere dal peso in seggi, e a tutti i livelli. Noi non accetteremo terzi e quarti forni.

2)    O questa fase storica è una preparazione ad una legislatura costituente. E allora predisponga con le altre forze un timing, un cronoprogramma per portarci in fretta ad un Parlamento non più condizionato dalla incostituzionale distribuzione dei seggi di oggi, che proceda poi a riprogettare la Casa di tutti che è lo Stato.

Finora Forza Italia, accettando lealmente il confronto, ha pagato un prezzo elettorale alto a questo coraggio, apparendo “complice” del governo causa la propria lealtà al dialogo sulle riforme. Renzi è apparso argine all’estremismo grillino e ha avuto buon gioco a godere nelle urne della nostra moderazione dialogante.

Cinque Stelle e Lega hanno legittimamente lucrato sull’opposizione dura e pura.  Ora che tutti cercano un posto al tavolo, sarà bene chiarirne contorni, limiti, e far valere le percentuali e non i seggi, come si conviene alla logica costituente.

Il resto, a mercoledì. Quando Berlusconi proporrà l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, aprendosi al concorso di tutto il centrodestra ma non solo. Proposta di legge costituzionale ex art. 71 della Costituzione.

Chiunque voglia cambiare davvero modernizzando, semplificando, dotando l’Italia di una democrazia trasparente ed efficace, è invitato a partecipare a questo cantiere di riformismo liberale e democratico. Un milione di firme ci sembran poche.