Socialize

RIFORME. L’elezione diretta del Presidente della Repubblica come pietra angolare di uno Stato che funzioni. Accordo sul Senato? Sì, ma in vista della riforma delle riforme. Contro il gioco di chi minimizza la scelta di Berlusconi. Che ha detto una paroletta decisiva…

 

Riforme

Elezione diretta del Presidente della Repubblica non è un contorno della pietanza servita in tavola da Renzi, una specie di insalatina da noi proposta per chissà quale secolo futuro, come alibi per digerire la mappazza del Senato. Noi non giochiamo alla propaganda, intendiamo incidere sulla realtà.

Non ha usato mezze formule incerte il Presidente Berlusconi presentandola ieri in conferenza stampa. Non ha detto “forse” o “si vedrà”. Bensì: “L’elezione diretta del Capo dello Stato con poteri di direzione politica è una soluzione fondamentale per ragioni storiche, politiche, e istituzionali”.

 

Più di così, impossibile. Altro che contrappeso sognante rispetto alla cruda realtà del renzismo macinatore di riformette a chiacchiere, una specie di contentino per gli estremisti interni cui Berlusconi ha offerto comprensivo una polpetta consolatoria, come se il destino spingesse inesorabilmente da un’altra parte.

La prova che Berlusconi e Forza Italia fanno sul serio? Gazebo.

C’è questa piccola parola, una paroletta dimenticata nelle cronache della conferenza stampa di ieri. Ovvio: c’era da raccontare della nostra “Repubblica presidenziale”. E magari arzigogolare su questa o quella formula, calcando sull’intenzione di tener fede al Patto del 18 gennaio quasi che ostasse o rallentasse o annacquasse le nostre idee di forma complessiva dello Stato.

Questa parola è: gazebo. Berlusconi ha detto: “A settembre partiamo con i gazebo”. 

 

Gazebo non è nota di colore, ma vuol dire popolo. Vuol dire realtà e mobilitazione. Ci sono fogli da firmare con proposte precise, con percorsi che devono procedere sulle gambe della gente. Non foglietti e note riservate consegnate a pochi e sussurrate in strani conciliaboli. Ma qualcosa che coincide con la democrazia ed è la trasparenza, il contrario delle parole vellutate e traditrici dei corridoi coi loro messaggeri felpati e i pizzini da bandiera bianca.

Gazebo vuol dire 8mila piazze d’Italia. Persone che ci credono. Tirano su i gazebo, magari ci mettono anche dei vasi di fiori, servono una limonata e un caffè, perché noi siamo gente ospitale e senza pregiudizi. E presenteremo la nostra idea di uno Stato amico e di un’Italia  che non sia più impastoiata nei rimbalzi di indecisionismi e chiacchiere, ma dove il popolo possa scegliere chi governa, come in America, come a Parigi, come a Londra.

Gazebo dove militanti e simpatizzanti di Forza Italia, e magari non solo – non poniamo limiti alla intelligenza del prossimo – incontrano tutti.  Persone che si incontrano con persone. Cittadini con i loro concittadini. E si capirà che siamo opposizione.

Non moriremo renziani, ma viviamo e vivremo a lungo berlusconiani. E tutti gli italiani staranno meglio…