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IL MATTINALE (FI): PA, LA RIFORMA MADIA E’ UNA RIFORMA FASULLA

 

Madia

“La riforma della Pubblica Amministrazione promessa dal premier Renzi si sta trasformando sempre di più in una riedizione in salsa moderna dell’epocale scontro storico tra Guelfi e Ghibellini. Un regolamento di conti senza precedenti tra amministrazione centrale e amministrazioni locali. Con il Presidente del Consiglio che, in barba alla sua origine fiorentina, si trova a capo dei sostenitori dell’impero (di Comuni) contro il Papato (dei ministeri e organi costituzionali)”. Lo scrive ‘Il Mattinale’, la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati.

“Non è passata inosservata, infatti, la sua asimmetria di trattamento delle amministrazioni romane rispetto a quelle locali. Le prime esecrate, maltrattate e minacciate di tagli senza precedenti. Sono la roccaforte della Vecchia Guardia del PD, dei vari D’Alema, Bersani, Letta. Le seconde sempre ascoltate e coccolate. Sono il regno dell’ANCI, dei renziani di ferro, del sottosegretario Delrio”.

“Così, dopo la riforma del Senato, che rischia di venire occupato da sindaci e delegati regionali, il premier ha trovato il modo di rafforzare la presenza dei suoi uomini negli enti locali. Questo avverrà grazie ad una maxi-sanatoria di dirigenti pubblici a contratto, possibile per effetto dell’innalzamento al 30% della soglia di dirigenti esterni consentiti per legge. Inibendo così tutta la struttura della riforma Brunetta, che aveva introdotto dei forti vincoli per questo tipo di assunzioni, che per i Comuni non potevano essere superiori all’8%. Cifra innalzata al 15% dalla legge 44/2012 per venire incontro alle lamentele dell’ANCI. Grazie alle novità che Renzi vorrebbe introdurre, i sindaci potranno vedere di nuovo la possibilità di effettuare un vero e proprio spoil system, circondandosi di fidi cooptati”.

“Tutto questo a rischio di incostituzionalità della norma, poiché la Costituzione stabilisce espressamente che l’accesso alla pubblica amministrazione debba avvenire tramite concorso. Il condizionale è d’obbligo, perché in realtà il testo del decreto non si è ancora visto, in perfetta sintonia con la politica degli annunci di Renzi ai quali poi non fa seguito alcun documento, alcun testo. Si vocifera che questo sia, in questo momento, sul tavolo di Giorgio Napolitano e che questi lo stia giudicando e rimaneggiando. Giusto per ricordare che il Presidente della Repubblica, per Costituzione, ha il compito di promulgare le leggi, non di scriverle”, conclude ‘Il Mattinale’.