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Il sindaco di Firenze non conquista Massimo D’Alema

 

d'alema

 

 

La tre giorni della Leopolda, tenutasi lo scorso weekend a Firenze, ha avuto vasta eco mediatica. Numerosi osservatori hanno centrato la loro attenzione sulla convention renziana.

Il sindaco di Firenze è infatti il super favorito alla corsa per la segreteria del Partito Democratico e in vista dell’8 dicembre, data in cui si terrà il congresso, giornalisti e commentatori non perdono una sua uscita pubblica. Ne studiano le mosse, il linguaggio, la gestualità. Il Renzi-pensiero sta diventando un vero e proprio manuale di scuola. Non era così fino a qualche mese fa, quando l’ex rottamatore veniva snobbato dai suoi compagni di partito. Che alle trascorse primarie preferirono l’usato sicuro di Pierluigi Bersani alla novità renziana.

Tuttavia, i tempi della politica conoscono alti tassi di fluidità e anche un solo mese può essere paragonato ad un’era geologica. Sarà per questo che, proprio ora che le probabilità di vittoria di Renzi fanno registrare un sensibile incremento, sono in molti a fargli la corte, supplicandolo di prestar loro udienza.

Emblematico a tal proposito il caso di Alessandra Moretti, ex bersaniana doc, che di recente ha dovuto ripiegare su Cuperlo per un diniego renziano, salvo poi essere ammessa a far parte dell’entourage di Re Matteo, con la sua partecipazione alla Leopolda.

Certamente il mutamento di opinione è un atto legittimo: vale nella vita, può valere anche in politica. E’ lecito avanzare qualche dubbio circa la buona fede di coloro che cambiano idea da un giorno all’altro, compiacendo probabili leader solamente per guadagnarsi qualche strapuntino in tribuna.

Ad esprimere numerosi dubbi circa la consistenza del messaggio renziano è stato Massimo D’Alema che in un’intervista a Il Mattino ha ricordato come gran parte delle cose espresse dallo stesso Renzi sia in realtà patrimonio storico del Pd.

“Non mi pare – ha spiegato l’ex Presidente del Consiglio – che a questo successo corrisponda una straordinaria ricchezza di novità e di contenuti”.

Insomma, non avremo un D’Alema renziano, ma certamente il sindaco di Firenze non  soffrirà di solitudine, vista l’ingente mole di parlamentari pronti a seguirlo.

 

 

Angelica Stramazzi

TW@AngieStramazzi