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BERLUSCONI. Se chiede unità a un centrodestra frantumato, noi ci siamo, gli altri meno. Intanto la sinistra si gonfia come un rospo che prima o poi scoppierà

 

Berlusconi

Lo scenario non è di quelli promettenti. Per questo è interessante. Sono le battaglie difficili a far emergere il meglio. Vediamo.

Da una parte il centrodestra appare dedito a prendere a martellate qualsiasi frammento del vaso andato in cocci di quella coalizione che ci ha portato non solo a vincere ma  a dare al Paese – tra il 2008 e il 2011 – il governo migliore dal 1996 a oggi (lo dice l’istituto indipendente Scenarieconomici). Dall’altra la sinistra di Renzi è una calamita-calamità. Attira sul suo carro trionfale qualsiasi specie di animale del bestiario. Complimenti a Renzi per la vittoria, Dio lo strafulmini per la sciagura a cui sta portando l’Italia.

Come impedire questo scivolamento in realtà precipitoso verso l’abisso?

Noi crediamo che il metodo sia quello indicato ieri con l’intervista su “Il Giornale”. Il metodo è quello della verità. L’unità è certo necessaria perché la traversata del deserto non si trasformi in una diaspora disperata. Ma l’unità per realizzarsi e per essere vincente deve fondarsi sulla verità delle cose. Come dicono le persone colte: sul principio di realtà.

La realtà è questa. Esiste un patrimonio di valori e di contenuti  che sono un tesoro che abbiamo dimenticato di avere e che hanno il loro punto di sintesi esistenziale in Silvio Berlusconi.  Purtroppo in tanti sono servi di un’idea gregaria e da partitino: e cioè che la legittimazione per chi non è di sinistra venga dal bacio di Renzi. Un bacione all’Ncd-Udc che gli vale quattro ministeri e la partecipazione al governo.  Un bacetto a Forza Italia e Lega ammessi a discutere di riforme, purché le approvino senza rompere le scatole.

Non è così che si arriva da qualche parte. Ed è completamente ridicolo supporre che si possa competere ad un leader carismatico e furbo come Renzi, capace di coalizzare la sinistra persino al di là dei suoi confini, mandando avanti l’idea completamente utopistica che basti introdurre meccanismi selettivi per trovare il grande leader. Non ha nessun senso cercare l’oro dove non c’è. I leader fioriscono, si impongono, non sono figli di allevamenti dove si fa la gara del pollo che corre più veloce grazie alle primarie adesso!

Esiste quest’oro che si chiama Berlusconi. Si propone come federatore, non come uomo del destino sempiterno di candidato. Non ce n’è altri che possa radunare il disperso popolo del centrodestra, sbranato da lotte che hanno avuto carattere più personalistico e ideologico che non di valori e contenuti.

Gaetano Quagliariello, che è uomo fine e colto, diventa improvvisamente volgare quando pretende, con il suo ipse dixit da professorino, di espellere Berlusconi da questo processo di unità. Il suo discorso è poi interessante sui contenuti. Indica  presidenzialismo e flat tax. Sono temi che francamente ci trovano piuttosto preparati…  Gli mandiamo i nostri testi e documenti, e pensiamo di riuscire a dare qualche spunto nuovo persino all’ex allievo di Marcello Pera.

Uniti sui valori e sui contenuti, senza creare all’interno del centrodestra una vergognosa apartheid contro chi questo centro destra ha creato e si trova per questo a essere perseguitato. Senza verità morale, senza consapevolezza dell’ingiustizia, non si costruisce unità.

Teniamo conto di un fatto. La nostra traversata è lunga. Ma abbiamo un alleato. La bulimia di Renzi. Come nella favola del rospo (non quella con la principessa) ma quella in cui si gonfia nutrendosi di corpi estranei,  credendo così di diventare più grande, magari come l’elefante. E poi esplode. Come disse qualcuno: le volpi finiscono in pellicceria. E i giovani rospi esplodono. Teniamoci pronti, cominciamo subito con l’unità chiesta da Silvio Berlusconi. Ed evitiamo gli atteggiamenti spocchiosi dei primi della classe che però nessuno voterà mai capoclasse.