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FORZA ITALIA. Il giovedì della nostra vita. Trasparenza, democrazia, unità intorno a Berlusconi, statista e padre della patria. Serenità nella ricerca comune di contenuti e proposte per le riforme istituzionali. Si gioca qui il grande rilancio di Forza Italia e la speranza di un futuro senza Reich

 

 Forza Italia

 

Quello che viene sarà il giovedì della nostra vita. Una sorgente dove ci riforniremo di energia, libertà, democrazia, unità, slancio per affrontare le sfide che riguardano  Forza Italia, e proprio per questo il futuro degli italiani.

Si parte davvero, questo giovedì.

Qualche spunto.

La traversata del deserto non è un momento di mestizia, di spavento per incursioni nemiche che scompaginano la carovana. Ma è un atto di vitalità e di fiducia nel futuro. Necessita di lunga lena, esige disposizione alla fatica e alla pazienza, che però non hanno nulla a che fare con i ghirigori delle diplomazie segrete e i ricami nel buio.

Non è fuga dai problemi presenti, non è neanche un arroccamento, ma implica movimento, incontri nella ricerca di una terra di prosperità.

E il metodo per delineare l’itinerario è quello della trasparenza e della democrazia, del dialogo e della sintesi. Non abbiamo paura delle idee, neanche dei dissensi. Siamo gente libera, siamo “vincoli” e non “sparpagliati” come direbbe Pappagone.

Non siamo quelli dei conciliaboli nei corridoi, e degli ambasciatori segreti, ma del coram populo. Per questo ci possiamo permettere la sincerità, perché esercitata davanti a chi, essendo padre della patria, tanto più da fondatore e leader, è autorevolezza e autorità per noi vita natural durante.

Questo è il senso della riunione dei gruppi parlamentari di Camera, Senato e Parlamento europeo convocata dai Presidenti Brunetta e Romani e fissata per giovedì. Sarà alla presenza e con la guida di Silvio Berlusconi. Sottolineiamo: presenza e guida.

Non sarà un osservatore esterno collocato in trono come un re merovingio, seduto sopra i suoi crucci personali e incurante del popolo, ma il leader senza di cui la frammentazione è garantita, e il centrodestra degenererebbe in piccoli sultanati destinati a finire vassalli non tanto del Fiorentino ma del Reich. Hanno estromesso Berlusconi dal Senato (ad opera di quelli ahinoi con cui ci tocca trattare per le riforme) ma è più rappresentante della nazione di tutti gli altri.

Oggi il nostro Presidente è – lo ripetiamo – più che mai statista e padre della patria. Perseguitato, non si rinchiude nelle sue personali amarezze, ma prende su di sé la responsabilità storica di trattare e combattere per  le migliori riforme possibili onde modernizzare il Paese, garantendo la vera sovranità popolare.

E per costruire, nel contempo, l’alternativa vittoriosa a questa sinistra che  uccide la nostra gente con le tasse e lo strapotere dell’ordine giudiziario. Da qui la determinazione di Berlusconi ad unire il centrodestra, su valori, contenuti, e con una classe dirigente forte e rinnovata.

Giovedì dunque dialogo, democrazia, in piena serenità. Non sarà un momento difensivo o un ritiro di cure palliative e sfogatoio psicoterapeutico  per distendere i nervi tesi dopo la sconfitta. Ma è una tappa fondamentale di rilancio.

In cui si paleserà non solo a noi stessi, ma al Paese la natura potente di Forza Italia. Dove la parola “forza” è costitutiva del nome non  solo del senso di un incitamento, ma è la constatazione fisica di una realtà di popolo capace di spostare il mondo.

Non per altro nel 2011 si sono attuati il complotto prima e il golpe poi con le dimissioni di Berlusconi, a lui imposte e che accettò per impedire danni peggiori all’Italia.

A tema, giovedì, ci sono le riforme istituzionali, l’attuale e urgente decisione del nostro contributo alle riforme. Una decisione che riguarda non solo chi direttamente è toccato da esse, ma siccome modificano la forma intera della democrazia e dello Stato, implicano un contributo di tutti i rappresentati di Forza Italia nelle istituzioni.

Il Patto del Nazareno si svolse nella trasparenza, i contenuti erano limpidi, i tempi della sua attuazione chiari come il sole. Come a tutti è palese, il Patto c’è ancora, la determinazione riformatrice di Berlusconi e Forza Italia sono più vivi che mai, ma i suoi contenuti e i suoi tempi sono andati a ramengo.

E cosa c’entrano con l’elezione diretta del Presidente della Repubblica? E come si incrociano con la necessità di essere opposizione dura al governo delle tasse e del regime incombente? A giovedì.