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DIRITTI DEGLI OMOSESSUALI. Il sasso muove lo stagno, non facciamoci dettare i diritti dalla sinistra. Tenere insieme diritti individuali e bene comune. La proposta di Amicone: scambio tra unioni gay e libertà scolastica. Per una libertà che sia anche di dissentire dalla teoria del gender

 

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Non è stata un’improvvisata l’uscita di Silvio Berlusconi sulle questioni dei diritti delle persone omosessuali. Il sostantivo “persona” prevale sull’aggettivo di qualificazione dell’orientamento sessuale.

Non ci sarebbe bisogno di aggiungere l’aggettivo. Diritti della persona: è tutto compreso in questa formula. Se si aggiunge l’aggettivo (che in sé ha la stessa radice di aggiunta) è perché esiste una sofferenza, una qualche forma di negazione che riguarda persone caratterizzate da una “differenza”. Dunque è giusta una battaglia per questo. Come sarebbe bellissima una battaglia civile, e qui saremmo più soli ma questo non ci fa paura, in difesa delle famiglie numerose.

Forza Italia intende valorizzare tutte le differenze, così che esse si armonizzino con il bene comune. A volte i valori possono essere confliggenti. Si tratta appunto di trovare delle basi di dialogo.

Finora l’inerzia delle culture dominanti, di stampo relativista o addirittura nichilista, impone il suo ruolino di marcia, dissolvendo nel frammento e nella solitudine tutto ciò che è tradizione vivente, legame stabile, cultura di popolo condivisa.

Chi si oppone a questa deriva consegue risultati di solito pessimi: finisce per rallentare e non per proporre qualcosa di vero che chieda sacrificio a tutti.

Invece di preservare una convivenza il più possibile serena e solida in qualche punto condiviso e inderogabile (esempio: il primato della famiglia naturale, art. 29 della Costituzione), garantendo la libertà autentica di testimonianza a tutto tondo, si svilisce in conservatorismo ideologico.

Forza Italia valorizza le differenze.

Vuole la libertà a 360 gradi. Così accanto alla volontà di dare fiato alle esigenze di dignità sociale degli affetti e delle convivenze omosessuali, tutela la differenza di opinione proprio riguardo a questo. E difende come sacra la differenza nella impostazione educativa che è diritto delle persone e delle famiglie. Alla propria discendenza non si dà solo il latte e la pasta, ma si comunica uno sguardo sul mondo e su stessi, una cultura e una fede. Non dev’essere in mano allo Stato e alle culture egemoni.

Va in questo senso l’interessante proposta di Luigi Amicone, direttore di “Tempi”: ragioniamo insieme di unioni gay, lottiamo contro l’intolleranza e la discriminazione sessista; nello stesso tempo garantiamo la libertà di dissentire senza essere accusati di omofobia, soprattutto promuoviamo la possibilità di dare consistenza non solo teorica ma pratica alla libertà scolastica, per cui non ci sia una cultura unica del gender (come in Francia) a essere trasferita dalle teste degli ideologi ai ragazzi (gender: che sesso ho lo decido io, e i diritti dipendono dalla mia fantasia e la società deve adeguarsi).

Ci sia cioè libertà di diffondere la cultura gender ma anche no. Tolleranza, anzi interesse vero e libertà appassionata, magari anche combattiva, per tutte le posizioni culturali che non predichino la violenza fisica e il bavaglio per i “differenti” che sono comunque persone senza aggettivi.