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EUROPA. Bundesbank contro Renzi. Una storia già vissuta… Fu il sistema bancario tedesco a iniziare gli attacchi. Ma allora Berlusconi fu lasciato solo, anche dal Quirinale, come se il bersaglio fosse solo lui. Inchiesta sui fatti oscuri del 2011. Più che mai necessaria

 

 Renzi

 

La Bundesbank non ci mette un istante a prendere in mano il battipanni e sculacciare Telemaco Renzi. Jens Weidmann, il suo Presidente, ha detto che fare più debiti non è il presupposto della crescita. Ed è ora che Renzi, invece di accusare l’Europa di essere noiosa, passi dalle chiacchiere ai fatti: “Le riforme non devono essere solo annunciate ma anche realizzate”.

In realtà sono osservazioni pertinenti, ripetono, se vogliamo, anche i nostri moniti: basta col tassa e spendi, faccia le riforme serie, eccetera. Ma c’è un problema. Ed è questo.

La Germania non ha affatto la coscienza pulita. Come dimostriamo in altri articoli – quello sulla “reflazione” tedesca che uccide la nostra economia, e quello sullo stato delle cose in America – Renzi dovrebbe replicare uscendo dal capitolo flessibilità. Le idee di Delrio – ad esempio – sul debito sono buone e sicuramente daremo una mano.

Dunque non ci compiacciamo delle critiche tedesche. Non siamo mica come la sinistra del tanto peggio tanto meglio.

Nel 2011 le banche tedesche giocarono un ruolo di primo piano per mettere in gravissima difficoltà l’Italia innalzando artificialmente lo spread. É quello che abbiamo definito il “grande imbroglio”, e fu servito per costringere Berlusconi alle dimissioni altrimenti avrebbero fatto esplodere i tassi di interesse dei nostri Buoni del Tesoro a livelli di default.

Abbiamo provato tutto questo. Il Professor Renato Brunetta ha fornito tutti gli elementi di questo gioco al massacro dell’Italia in tre volumi.

Ci domandiamo perché tutta la stampa allora invece di attaccare la Germania e i suoi poteri forti, se la prese con Silvio Berlusconi, mentre oggi accade il contrario, e tutti sono presi da spirito patriottico. Chiaro: Renzi fa parte della congrega, è un amato sodale.

Non solo: allora il Quirinale non adoperò neppure un mignolo per tutelare il sistema Italia da quell’attacco del presunto alleato tedesco.

Anzi… Impedì a Silvio Berlusconi di presentarsi al G20 di Cannes con in mano il decreto per lo sviluppo, rifiutandosi di firmarlo in combinazione di intenti con Giulio Tremonti. Invece stavolta Giorgio Napolitano elogia il discorso di Renzi, si erge a sua difesa. Ben altro atteggiamento ebbe con Angela Merkel nel 2011…

Rinfreschiamoci la memoria. Ha scritto Brunetta ne “Il Complotto”:

“Era accaduto che il 30 giugno 2011 la Deutsche Bank aveva comunicato i dati di bilancio. Vi figurava la colossale vendita di titoli di Stato italiani per 8 miliardi di euro (su 9 miliardi in portafoglio). L’operazione innescò panico sui mercati finanziari. Ovvio. Lo capivano benissimo i suoi capi. Mi rifiuto di credere agissero per scienza e coscienza propria. La Germania è troppo tedesca per consentire decisioni scoordinate dal centro del potere politico e dalla Bundesbank. A scoprirlo fui io stesso, dopo qualche tempo, spulciando documenti vari, tra cui la trimestrale, appunto, di Deutsche Bank. Ne parlai con Berlusconi, il quale mi confermò tutto, avendolo saputo per altre vie. Come si fa a essere miti e festosi con la Merkel una volta che sia venuto in chiaro il tentato omicidio finanziario dell’Italia tramato sotto il suo manto?”.

Per questo chiediamo di nuovo con forza che si faccia la Commissione di inchiesta parlamentare sui fatti oscuri del 2011. Come si vede anche in queste ore, non siamo dei pazzi scriteriati a domandarlo. Se non si cerca con lealtà la verità sul passato, si ritorna alle stesse minacce agli stessi errori. Forza Renzi, Telemaco voleva la verità sui Proci…