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Brunetta: Ue, “Ennesima gaffe di Renzi, smentito da Kallas e Padoan”

 

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Ennesima gaffe di Renzi. Questa mattina si era impegnato a ‘escludere dal Patto di stabilità Ue ogni singolo euro investito in infrastrutture digitali’. E subito è arrivata la smentita del commissario ad interim agli affari economici, Siim Kallas, per cui ‘nessuna spesa può essere esclusa dal calcolo del deficit’, perché ‘non ci sono spese buone e spese cattive’.

A stretto giro, a domanda specifica, ha dribblato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan: ‘la crescita in Europa va perseguita con tutti gli strumenti all’interno delle regole esistenti’. Ma sappiamo tutti bene che all’interno delle regole esistenti, salvo miracoli di Renzi, le infrastrutture digitali rientrano nel calcolo del deficit. Così come da anni si discute sulla famosa ‘clausola per gli investimenti’, o ‘golden rule’ che dir si voglia, e sullo scomputo dei cofinanziamenti ai fondi europei dal rapporto deficit/Pil. Ma è solo discussione. Neanche Renzi è riuscito a far passare le istituzioni Ue dalle parole ai fatti, nonostante ci abbia fatto credere di aver cambiato verso all’Europa nel Consiglio europeo del 28 giugno scorso.

Tra le giravolte verbali di Padoan per fare da sponda al trionfalismo di Renzi pur dovendo mantenere una certa credibilità con i colleghi europei, segnaliamo l’appello del ministro dell’Economia affinché le riforme si facciano in tutti gli Stati membri dell’Unione europea, per gli effetti positivi che possono avere sugli altri paesi. Meglio sarebbe stato chiedere in maniera esplicita la reflazione in Germania, magari attraverso un alleggerimento fiscale sui redditi, che, aumentando la domanda interna, quindi i consumi, gli investimenti, i salari e le importazioni, potrebbe ‘spingere’ la crescita nell’intera eurozona. È questa la parola d’ordine che deve segnare il cambio di passo nella politica economica europea. Altro che scomputo di questa o quella spesa dal calcolo del deficit.