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Dimissioni Errani. Renzi regola i conti con Bersani e scalda i suoi fedelissimi per guidare la rossa Emilia Romagna

 

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Strani quelli del Pd. Quando si tratta di puntare il dito contro gli avversari politici, sono sempre pronti a farlo. Quando invece a dover fare i conti con la giustizia italiana è uno dei loro, si scoprono garantisti.

Lo ha spiegato molto bene Salvatore Tramontano, in un articolo apparso ieri su “Il Giornale”. In realtà in molti, tra giornalisti e commentatori politici, hanno notato una certa morale a corrente alternata dalle parti di Largo del Nazareno; tuttavia le critiche all’atteggiamento adottato da Renzi per il caso Errani sono state un po’ tiepidine, o perlomeno mosse con il dovuto garbo.

Non c’è nulla di cui stupirsi in tutto ciò. Ancor più se si pensa al fatto che Errani era uno dei pochi uomini riconducibili a Bersani rimasto a governare una delle regioni più importanti d’Italia, la rossa Emilia Romagna. Mantenerlo in sella, saldamente al potere, significava per il premier ostacolare il suo piano di consolidamento del potere anche a livello locale.

Oddio: non che le dimissioni di Errani siano state generate dallo stesso Renzi, ci mancherebbe. Ma una certa soddisfazione personale del Presidente del Consiglio nella vicenda si può rinvenire facilmente.

Il quotidiano “Italia Oggi” ha già stilato la mappa dei neo-renziani pronti per essere messi in lista quando si correrà per il rinnovo del Consiglio regionale emiliano. L’elenco è lungo, ma i fedelissimi del premier ci sono tutti. Difficile sbagliarsi. A cominciare da quel Graziano Delrio che oggi ricopre il ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Angelica Stramazzi

TW@AngieStramazzi