Berlusconi ieri ha chiuso nello sgabuzzino delle scope le polemiche e le liti da spogliatoio, e ha portato sul campo, per la partita vera, la squadra di Forza Italia.
Certo, le riforme istituzionali così com’erano state originariamente formulate da Renzi e Boschi sono state migliorate drasticamente grazie anche alle critiche costruttive espresse legittimamente dai parlamentari, e portate avanti nelle trattative da Romani e Verdini, dunque rien ne va plus, a livello di partito e di gruppi parlamentari, quanto a dialoghi con governo e Pd.
La parola, e il voto, passa ora all’Aula di Palazzo Madama, poi di Montecitorio.
Forza Italia è fedele ai Patti: Senato e Italicum. La disciplina, come detto e arci-detto su “Il Mattinale”, è una questione seria nei partiti e nei gruppi parlamentari: non è un uzzolo autoritario, ma la regola di ogni battaglia in nome della nostra gente.
Teniamo presente che le nostre prese di posizione degli scorsi giorni, in primis di Silvio Berlusconi e del capogruppo Brunetta, non sono state messe nel cassetto dei sogni. In primis l’elezione diretta del Capo dello Stato.
Questa proposta organica ha raccolto il consenso di tutto il centrodestra, e non è più un satellite che gira luminoso intorno a Marte, ma è sceso in terra: tant’è vero che il ministro Boschi sulla prima pagina dell’“Avvenire” di oggi apre “a sorpresa” (dice il giornale dei vescovi) al presidenzialismo.
Insomma: il rispetto dei Patti (che confidiamo sia reciproco) consente di alzare la posta del cambiamento con un credito di fiducia reciproco tra Forza Italia e Forza Renzi (che il Pd segua compatto, non appare molto evidente).
Ora per la nostra squadra si tratta di affrontare immediatamente quello che in tutti questi mesi ci è stato più a cuore: lo stato comatoso dell’economia italiana.
La delega formale consegnata da Berlusconi al Presidente Brunetta significa conferma del giudizio sulle cure totalmente inadeguate e persino velenose che al corpo del Paese ha iniettato questo governo Renzi, in continuità tassaiola con i precedenti di Monti e Letta.
Usciamo dall’incontro di ieri più forti. Berlusconi ha mostrato una tempra di combattente stupefacente data la persecuzione che gli tocca sopportare per conto di tutti noi, proprio a causa degli ideali che insieme portiamo avanti.
La battaglia per la giustizia che lo riguarda, è nostra, della nostra gente, dell’Italia che ha cuore la giustizia. Di certo anche rinfrancato dalla demolizione mirabile che ieri il professor Coppi ha fatto di tutto l’impianto accusatorio, di fatto – con il dovuto rispetto – ridicolizzandolo.