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ECONOMIA, ECONOMIA, ECONOMIA! Opposizione, opposizione, opposizione! Il futuro dell’Italia (e perciò di Forza Italia) si gioca sulla risposta alla crisi. E Renzi parla tanto, ma non sa cosa fare. E se fa, combina guai. Le nostre proposte shock

 

 Renzi Renzi

La realizzazione del Patto del Nazareno, con il consenso alle riforme istituzionali renziane,  non depotenzia ma semmai rende più stringenti e limpide le nostre critiche all’impianto economico del Presidente del Consiglio. Anzi ci dà più mordente. Noi non intendiamo retrocedere di un solo passo nelle critiche alla politica economica del governo.

Renzi, ancora ieri all’assemblea del Partito democratico, ha spiegato la ratio dell’urgenza per la riforma del Senato e del Titolo V: vuol portare all’Europa un piatto pronto e fumante, per dimostrare a Bruxelles e all’opinione pubblica internazionale che non è l’uomo delle promesse vuote, ma è capace di fare. Viva l’onestà intellettuale. Infatti, così dicendo confessa che le altre riforme sono lontanissime dal farsi, deve prima dialogarle, mandare mail, ricevere risposte, sentire l’Associazione nazionale magistrati, eccetera. Mentre per il Senato ha trovato un alleato leale e prezioso come il Presidente Berlusconi, che ha raddrizzato per quanto è stato possibile il legno storto della riforma istituzionale renziana, sul resto, diciamolo francamente, campa cavallo.

Spesi gli ottanta euro in una sorta di mancia in finzione di voto di scambio, per vincere facile le elezioni europee, il resto non è che è cattivo o buono: non esiste. Non si trova traccia di provvedimenti che abbattano le tasse né che liberalizzino il lavoro o velocizzino la giustizia. Tutto è indefinito, informe.

La cosa sicura pare essere solo la necessità di una manovra sanguinosa per noi italiani, per sfuggire al rischio concreto di un commissariamento della Troika. Noi vorremmo evitarlo agli italiani. Per questo insistiamo e insisteremo nel proporre critiche dure al nulla di Renzi ma anche proposte che volentieri offriamo gratis al premier. È il Patto di Montecitorio, si chiama opposizione.