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GOVERNO. La leadership di Renzi vacilla sulle riforme al Senato e sulle nomine in Europa. Noi voteremo sì per lealtà al Patto, ma non possiamo risolvergli le grane romane e a Bruxelles

 

 ELEZIONI: NELLA TANA DEL ROTTAMATORE ORA C'E' CAUTELA E RIFLESSIONE

Il mito di Renzi, l’Invincibile Affabulatore, si sta sgretolando a causa delle batoste della realtà.

  1. 1.   Al Senato la sua riforma del bicameralismo e del Titolo V, partita baldanzosa, si infrange contro la regola elementare di tutte le democrazie. E cioè che la sovranità spetta al Parlamento. Anche in America è così. Le riforme devono guadagnare il consenso del Congresso e del Senato. Non è coi diktat televisivi e con la fretta che si superano le difficoltà.

  1. 2.   Ingorgo. Renzi e Boschi si trovano sul cammino i tempi della discussione. Che noia. Inesperienza o presunzione? Eppure su un tema costituzionale decisivo le regole non possono essere saltate come fanno i boy scout con il ruscelletto. Si deve attraversare la corrente degli 8 mila emendamenti. Di certo sono troppi, Sel ha esagerato. Ma fa parte del gioco.

  1. 3.   Forza Italia rispetterà il Patto del Nazareno fino in fondo. La disciplina di gruppo è la regola delle battaglie vincenti, e non sono ammesse deroghe. Lo scriviamo ancora, la lealtà del nostro movimento è fuori discussione. Berlusconi ha detto di sì a un compromesso nobile, tirando la sintesi di un dibattito vivace e scegliendo tra posizioni divergenti, chiedendo però a tutti di rinunciare ai propri puntigli.

  1. 4.   Tocca però all’esecutivo e al partito di maggioranza relativa sbrogliarsela in Aula, scandire i tempi. Del resto il Pd ha tutto perché ha tutto voluto: Presidente del Senato, Presidente di Commissione competente, relatore. Le responsabilità sono distinte e non sovrapponibili, pur condividendo il merito delle scelte (comunque migliorabili, come garantito dal ministro Boschi).

  1. 5.   Qualcuno suggerisce la possibilità – stante la dichiarata urgenza della riforma del Senato per consentire a Renzi di portarla nel suo zaino europeo come prova della sua concretezza – di tagliare con la ghigliottina gli spazi di dibattito. Rottamare è pur sempre lo slogan vincente di Renzi, ma forse non è il caso di rottamare la decenza. Del resto De Gasperi e Togliatti, Benedetto Croce e Concetto Marchesi ci misero diciotto mesi – e andavano di fretta – a discutere di Costituzione. Qualche giorno di Aula non fa male al pensiero, se c’è. Oppure si metta la ghigliottina in Costituzione, e viva Robespierre.

  1. 6.   In Europa il fumo di Telemaco, sparso da un Matteo Renzi che aveva incantato qualche giornalista e i politici romantici, si è dissolto di colpo, e il nostro premier si è trovato davanti alla dura roccia dei poteri forti e dei numeri fortissimi. Cerca di imporre Federica Mogherini e si trova dinanzi obiezioni che non riesce a saltare con il richiamo a una autorevolezza che non ha.

  1. 7.   La pretesa di imporre prima le riforme chic su quelle shock, che la tragica situazione italiana ci impone, fa sì che l’urgentissima liberalizzazione del mercato del lavoro resti al palo, così come sia di là da venire una incisiva proposta di allentamento della pressione fiscale. Figuriamoci.

  1. 8.   Noi non daremo alcuna tregua al Renzi delle promesse senza sostanza. Al Renzi che per dare ottanta euro in cambio del voto europeo sta portando agli italiani in dono un carico intollerabile di nuovi pesi.

  1. 9.   La miseria del nostro governo è tutta nella relazione che il ministro Padoan ha svolto oggi alla Camera. Un tecnico pregevole (così lo abbiamo sempre giudicato) obbligato dal gioco di squadra impostato sul culto della personalità e delle fanfaluche di Renzi, a sparare quelle che con linguaggio cinematografico ma alquanto realistico si chiamano “supercazzole”. Ma di questo in altro articolo.

  1. 10.           Ci sia consentito a questo punto un’osservazione finale, che c’entra, eccome se c’entra, con lo stato delle cose nella politica e nel Paese. La persecuzione contro Berlusconi. A Milano e a Napoli, i teoremi antiberlusconiani dei processi si sfaldano per l’evidenza della realtà. Siamo con il nostro Presidente, con la testa e con il cuore.