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Larghe intese. Il Pd e Letta ci dicano che intenzioni hanno per il futuro

 

Roma, Senato. Voto di fiducia al Governo Letta

 

 

Ammettiamolo: ci siamo sbagliati. Fino all’ultimo, abbiamo creduto che il Partito Democratico fosse una forza politica responsabile, intenzionata a proseguire lungo il cammino delle riforme pur di risanare il Paese. Questo era – ed è tuttora – lo scopo per cui sono nate le larghe intese, primo reale esperimento di collaborazione proficua tra soggetti di diversa estrazione politico – culturale. Tuttavia, l’odio più che ventennale nei confronti dell’arcinemico Silvio Berlusconi ha offuscato le eccelse menti democratiche, a tal punto che di pacificazione non si è più parlato, anzi.

Alla prima occasione buona, il Pd ha fatto di tutto affinchè la situazione precipitasse: sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore il voto sarà palese.

“Voto segreto o voto palese, l’importante è che si voti”, aveva sentenziato Pierluigi Bersani nella giornata di ieri, mentre il segretario Epifani esprimeva “rispetto e comprensione per la scelta della Giunta. Basta polemiche che vanno oltre il limite”.

Come? Non abbiamo ben capito: il Pd vuol decapitare il leader del centrodestra italiano, e il Pdl cosa dovrebbe fare? Tacere, accusare il colpo senza reagire solo perché lo stabilisce il Partito Democratico? Cosa avrebbero invece fatto questi signori se si fossero trovati al posto nostro?

Di sicuro sarebbero immediatamente scesi in piazza agitando lo spettro del golpe e della sempiterna rivoluzione.

Un leader votato da dieci milioni di elettori rischia di essere estromesso dalla scena politica per un colpo di mano sferrato da alcuni giustizialisti incapaci di batterlo nelle urne.

Se così stanno le cose – ed è inequivocabile che stiano così – ci permettiamo di avanzare una proposta. Con spirito di responsabilità, al Pd e ad Enrico Letta chiediamo di sapere su che basi poggiano le larghe intese, per capire dove si va e che cos’altro ci dobbiamo aspettare in futuro.

Da parte di tutto il Pdl, pretendiamo invece un sincero scatto d’orgoglio: le belle dichiarazioni di facciata, come suggerisce Sandro Bondi, non servono. Risparmiamocele.

Il Presidente Berlusconi ha bisogno di fatti, non di parole.

 

Angelica Stramazzi

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