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RIFORME. Si ricomincia dalla verità. Sulla innocenza, sul Senato e sul patto del Nazareno, sulla crisi economica, sulla necessità di essere uniti in Forza Italia e nel centrodestra. Consigli disinteressati a Renzi per una strategia pacificatrice di riforme istituzionali senza strappi né strozzature della democrazia

 
Riforme

Ripartiamo dalla verità. Non è un’affermazione mistica, ma molto pratica.

1)   Berlusconi è innocente, e questo era un fatto per noi già certo,  ma c’è un elemento dirimente anche per chi lo aveva impiccato in via preventiva: è stato assolto in pienezza di formule giuridiche. Il nostro leader dopo il linciaggio protratto per anni e anni senza praticamente diritto al contraddittorio, ha diritto alla restituzione pubblica del suo onore in ogni sede, in Italia e nel mondo. Non rinunceremo ad alcuna iniziativa e ad alcuna occasione al riguardo. Vale in Parlamento, italiano ed europeo, vale nei bar e in coda al supermercato, vale sui mass media e social network.

2)   Berlusconi è stato leale con un peso sopra le spalle immenso, e cioè la minaccia di un’ingiustizia carica di 7 anni di carcere per reati gravi e infamanti. Ha fatto prevalere la fedeltà al bene comune sulla rabbia per l’ingiustizia, scegliendo la strada della responsabilità riformatrice.  La stessa di adesso. Tanto più.

3)   I patti si rispettano. A proposito del “Nazareno” la volontà di Forza Italia fa corpo unico con quella del nostro Presidente. Il superamento del bicameralismo perfetto, oggi richiamato come ineludibile dal Capo dello Stato, ci trova concordi e determinati.

4)   Dialogo per migliorare. Non il modesto “Mattinale” ma il “Corriere della Sera” oggi spiega al Presidente Renzi e al ministro Boschi che essere determinati nel processo riformatore non significa essere ciechi e sordi dinanzi alla logica e al buon senso che chiedono correzioni al testo giunto nell’aula del Senato. “E senza dialogo, per il ‘sì’ occorrerà più tempo: molto più tempo” (Massimo Franco, editoriale del “Corriere”).

5)   Nessuna ghigliottina, nessun salto del canguro o qualsiasi altro espediente per troncare discussione ed esame degli emendamenti. Sia chiaro. Forza Italia non sta facendo alcun ostruzionismo al Senato. Questa è una pratica, legittima, che stanno applicando Sinistra ecologia e libertà (Sel) e i Cinque Stelle. È dunque un problema di Renzi, non nostro. Instauri un dialogo, evitando qualsiasi accelerazione che comprima la democrazia su temi di riforma costituzionale. La “frettolosità” che non c’è stata prima (come ha osservato il Presidente Napolitano) non ha nessuna ragione di essere esercitata oggi.

6)   Il tema più rilevante di opposizione (che tocca anche vasti ambiti del Pd) è certo quello della elezione indiretta dei senatori, la cui scelta sarebbe demandata ad accordi di partiti presenti nei consigli regionali. La proposta del cosiddetto lodo Brunetta consentirebbe un compromesso nobile. I senatori sarebbero scelti nell’ambito delle liste per le elezioni regionali dal popolo sovrano: sarebbero inviati al Senato i consiglieri regionali con maggior consenso tra gli elettori.

7)   Attenzione. I tempi del Parlamento, che cosa votare in fretta o no,  non lo stabiliscono le tigne e le impuntature del governo,  ma il tamburo drammatico della realtà. Per essere forte in Europa e premere con efficacia per consentire la svalutazione dell’euro, che cambierebbe verso alla politica di rigore cieco, non sarebbe di alcuna utilità porgere in un piatto d’argento a Bruxelles la testa del Senato. Sono urgenti, necessarie, fondamentali le riforme strutturali, in primis il Jobs Act, oggi sia nei tempi di approvazione sia nei contenuti troppo aleatorio. Ha ragione Napolitano quando indica come “priorità”  di ogni riforma “l’imperativo categorico della crescita dell’occupazione, in particolare quella giovanile”. E giudica che la ripresa in Italia e in Europa “è tuttora incerta” ed è legata a “riforme strutturali”.

8)   Oggi al rallentamento pauroso delle previsioni di crescita in Italia, fino a far temere il segno meno, si aggiunge il dato tedesco. La Germania frena, consuma troppo poco. L’Italia dinanzi a questa emergenza crescente deve approvare urgentemente in Consiglio dei ministri e in Parlamento disegni di legge e decreti che liberalizzino il mercato del lavoro, mettano in moto la burocrazia.

9)   Renzi da Presidente del Consiglio europeo di questo semestre può e deve premere perché la Commissione induca la Germania a esportare di meno e a consumare di più. Come in autostrada, anche in Europa ci sono due cartelli: vietato spendere troppo, ma vietato anche spendere troppo poco. Lo si applichi. Siamo uguali, o i tedeschi sono più uguali degli altri?

10)  Berlusconi è il federatore non per nostra ostinazione, o per questioni di protocollo. Lo impongono onestà e realismo. È  l’unico credibile Re Harald, il Bluetooth che radunò gli scandinavi. Qualcuno ne indichi un altro se ha un nome. Non sono i comitati a cambiare il corso delle cose, mai visto in piazza un monumento a un comitato, ma chi ha la personalità, l’autorevolezza e la storia per convocare chi poi dialogando e confrontandosi deciderà le forme del futuro di un centrodestra vincente, senza di cui il Paese va in malora.