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Brunetta a Letta: Ue, “Criticare l’euro dell’austerità non è populismo”

 

Letta Saccomanni

 

 

“Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ieri ha voluto spiegare, a testate unificate, perché i movimenti antieuropeisti rischiano di vincere le prossime elezioni, mascherando, dietro un ragionamento volto all’Europa, un tema tutto interno, e mettendo le mani avanti rispetto al pericolo di una deriva di fatto PdL-Grillo-Lega contro l’Europa tedesca e l’euro dell’austerità. Con l’obiettivo ultimo, già più volte manifestato, di dividere il PdL tra governativi ‘europeisti’ e berlusconiani ‘populisti'”. Così Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, in un editoriale pubblicato da “Il Giornale”.

 

“Ma il populismo che il presidente del Consiglio vede crescere in Italia – sottolinea l’ex ministro – non è rancore nei confronti dell’Europa, bensì reazione nei confronti di un’Unione egoista e opportunista a trazione tedesca. In un’elezione europea, infatti, si devono confrontare i programmi politici e all’interno di questi le politiche economiche. Letta da quale parte sta? Considera corrette le politiche di austerity fino ad oggi accettate passivamente dai governi? O alle elezioni si deve chiedere il voto su una politica alternativa?”.

 

“Fino a quando si confonde l’attacco alle scelte europee con l’attacco all’Europa in quanto tale si alimenta l’anti-europeismo. Il presidente Letta, per esempio, non dice nulla sul problema dei problemi in Europa: quello della sovranità. Che significa che non si può cedere sovranità nazionale su temi sui quali non c’è ancora una sovranità sovranazionale in grado di prendere decisioni politiche e di interloquire con il mondo. D’altronde, quando il nostro presidente del Consiglio affronta il perché del crescere dell’antieuropeismo si sposta subito su temi italiani, quelli delle riforme istituzionali, proprio per non affrontare il nodo delle questioni”.

 

“Le larghe intese servono a un governo per avere coraggio, per giocare d’attacco in Europa, come Stato membro autorevole e avendo alle spalle i due più grandi partiti. Imponendo svolte serie e così rispondendo a tutti i populismi. Altrimenti siamo nella demagogia o nelle frasi vuote da convegno a Bruxelles. Prima di dare giudizi, presidente Letta, si faccia un esame di coscienza; studi a fondo le cause del rancore europeo, con particolare riferimento al malessere italiano, attribuibili alla violenza e al grande imbroglio che il nostro paese ha dovuto subire dall’estate-autunno del 2011, quando, su interessate pulsioni esterne, è stato fatto cadere un governo legittimamente eletto ed è stato messo in piedi un esecutivo tecnico che ha esacerbato e acuito l’instabilità, producendo un indebolimento della nostra economia e delle nostre istituzioni. Portando i predatori dalla tripla A a fare shopping di aziende e di gioielli di famiglia nel nostro Paese. Studi il populismso in Europa, che non è altro che il prodotto delle politiche economiche sangue, sudore e lacrime volute da Angela Merkel e tanto amate e subite da Monti. Lei da che parte sta presidente Letta?”, conclude Brunetta.