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Lettera di Renato Brunetta al prof. Tito Boeri

 

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Tito Boeri su Repubblica di oggi scrive: “Qualche giorno fa un mancato premio Nobel, sacrificatosi per fare la sentinella anti-tasse, è arrivato fino a proporre un incremento del 60 per cento delle accise su birra e filtri per sigarette”. Falso. Ecco tutta la verità!

 

Caro professor Boeri,

ritengo necessario fare chiarezza su un percorso lineare e fondamentale di politica economica che abbiamo intrapreso, assolutamente coerente con la nostra visione di centrodestra liberale, che, a quanto risulta, non è per niente chiaro alla stampa.

Le coperture del Decreto Istruzione.

Per tre settimane abbiamo chiesto al Governo e al Pd di trovare una soluzione condivisa per superare le coperture del Decreto Scuola, prima durante l’esame in Commissione Cultura, poi durante l’esame in aula, che prevedevano un incremento insostenibile delle accise su birra e superalcolici. Due comparti strategici del nostro sistema economico che ne sarebbero risultati, non solo pesantemente colpiti, bensì, a tal punto caricati di aumenti d’accise da non risultare addirittura capaci di garantire le coperture richieste a partire da gennaio 2015. Inoltre, il mercato della birra è strategico per l’imprenditoria giovanile, oltre che essere di largo consumo proprio tra i giovani. Abbiamo avanzato diverse ipotesi di risparmi di spesa e di revisione dei regimi agevolativi tra cui, in particolare modo, l’eliminazione di una distorsione fiscale a favore di Poste Italiane relative ai prodotti di posta massiva che non avrebbe toccato i cittadini. In pratica avremmo accelerato il processo di liberalizzazione del settore postale, come richiesto dall’UE e dall’Antitrust, avremmo salvaguardato il mercato degli alcolici e della birra, soprattutto avremmo evitato l’ennesimo danno alle tasche dei cittadini invertendo la tendenza di rinvenire coperture solo con aumenti di accise. Questo era il contenuto del primo emendamento presentato a firma Galan, in qualità di relatore del decreto, durante l’esame in commissione. Ovviamente respinto, forse perché troppo liberale e a tutela degli italiani anziché della macchina statale.

Di fronte a ripetute riformulazioni non accettate dal MEF, abbiamo riformulato l’emendamento originario sulla liberalizzazione del settore postale, limitando drasticamente l’esborso richiesto e introducendo, a compensazione delle maggiori coperture richieste, un’altra proposta di equità fiscale: equipare l’accisa già prevista su tutti i prodotti da tabacco, inclusi quelli elettronici, anche a cartine e filtri, eliminando così un’asimmetria fiscale che distorce mercato e concorrenza di questa filiera. Sempre, lo sottolineo, lasciando fuori da questa ultima previsione sia il mercato della birra che dei superalcolici, per altro già tassati poche settimane fa nel “decreto valore cultura”.

Pur riconoscendo che tale proposta era lontana dalla nostra visione politica liberale ci è sembrata una soluzione utile – IVA su Poste ed equità fiscale su cartine e filtri – per continuare a tenere acceso il dibattito e alzare i toni della nostra battaglia politica alle coperture previste dal Decreto, ben consci che questo emendamento avrebbe ricevuto parere negativo sia dal MEF che dal Governo, come di fatto è stato.

Durante l’esame in aula del decreto sono stati respinti tutti gli emendamenti presentati all’art 25, esplicitando la totale indisponibilità di Governo e MEF nel valutare una soluzione alternativa e rendendo evidente la volontà di perseguire in uno scellerato percorso di tassazione.

Grazie ad una previsione del regolamento d’aula che permette di presentare un emendamento durante l’esame purché sia sottoscritto da almeno 20 deputati, abbiamo, gruppo Pdl e non solo, ripresentato l’emendamento originario, riformulato solo su alcune parti procedurali così da renderlo riesaminabile, che prevedeva la totale copertura del decreto scuola con l’IVA sui prodotti di posta massiva, quindi nessuna nuova accisa. Ovviamente neppure questo ultimo tentativo è servito.

La copertura del decreto istruzione esce dall’aula della Camera dei Deputati invariata, ovvero è quella originaria prevista dal Governo: nuove tasse e una filiera strategica del nostro tessuto produttivo a rischio collasso.

Non certo a causa del Pdl, o meglio di Forza Italia.

Renato Brunetta