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SENATO. Si litiga ancora sul “canguro”. E il governo viene battuto, con il voto segreto, su un emendamento della Lega su “temi etici”.

 

 Senato deserto manovra - Nonleggerlo

 

Cronaca di una mezza estate passata a rincorrere una riforma caotica. Palazzo Madama continua ad essere una palude impraticabile per il ministro Boschi e per il suo disegno di legge. Renzi come sempre ostenta sicurezza, ma sottobanco tratta per addolcire le opposizioni e i dissidenti, che son davvero tanti, del suo partito.

Intanto questa mattinata ha regalato la prima sorpresa. Il governo è stato battuto al Senato su un emendamento dell’opposizione presentato dalla Lega. L’Aula con 154 voti a favore, 147 contrari e 2 astenuti ha approvato a scrutinio segreto l’emendamento 1.1979 sulle competenze del Senato “su materie eticamente sensibili” sul quale governo e maggioranza avevano espresso parere negativo. Ecco cosa si rischia quando si prosegue a strattoni e rifiutando il confronto.

Ieri la Giunta per il regolamento aveva deciso a maggioranza che il “canguro” è legittimo anche per le leggi costituzionali. C’è una vecchia battuta: la maggioranza si tutela con i numeri, la minoranza con le regole.

Avanti dunque con il percorso scelto dal governo. Noi non condividiamo il metodo, ma nel merito abbiamo sottoscritto un Patto, e anche se non amiamo questa riforma rivendichiamo la nostra lealtà e la nostra responsabilità. La parola di Berlusconi è sacra.

Ma diciamo la verità: questa vicenda è stata gestita dalla maggioranza e dal governo senza una piena consapevolezza politica. Quando si sa quello che sta per succedere, non si può reagire con un “mascalzoni, state facendo l’ostruzionismo”, serve competenza tecnica e buon senso. Che non ci sono stati.

“Questo è un modo autoritario di procedere”. Ha detto, in un’intervista al “Manifesto”, Stefano Rodotà. “La discussione sulla Costituzione non può essere inquinata da altro. Ma che argomento costituzionale è ‘se non accetti sei fuori dalle giunte’?”. La qualità degli attuali costituenti “è molto molto bassa”, spiega Rodotà.

“La scarsa legittimazione politica di queste Camere, che non sono adeguatamente rappresentative perché sono state costituite con una legge dichiarata incostituzionale – sottolinea il costituzionalista – avrebbero dovuto consigliare la cautela e la ricerca di allargare la maggioranza con una discussione pubblica adeguata. Ma la discussione pubblica non è aizzare i cittadini contro le Camere”, conclude.

Ma il governo ha deciso. Entro l’8 agosto, dicono loro, ci sarà la prima lettura del ddl Boschi. Noi avremmo preferito una discussione seria, approfondita e costruttiva. Pazienza, sarà per la prossima volta. Del resto questa riforma del Senato dovrà pur arrivare alla Camera, non si sa mai. La speranza è l’ultima a morire. Sempre, naturalmente, rispettando i Patti. O come dicono dalle parti del Nazareno: “le modifiche ci saranno solo se condivise”.

Appunto, noi siamo qui.