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Brunetta: Legge di Stabilità, “E le vitamine?”

 

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“Dal quadro macroeconomico che emerge dalla Legge di stabilità presentata dal governo manca del tutto la parte sviluppo. Chi la scriverà? Il Parlamento, i partiti, il governo? Sulla casa, non nel senso delle tasse, ma nel senso di politiche per la casa, cosa ci si deve aspettare?

 

Cosa pensa il governo dell’idea, che il PdL aveva lanciato, di un grande piano che parta dal riscatto delle case popolari di Iacp e Comuni da parte degli inquilini? E che fine ha fatto, sempre nelle intenzioni del governo, quel grande progetto, che sempre il PdL aveva suggerito, per il rilancio e lo sviluppo della filiera del turismo, in una visione integrata? E del piano di ristrutturazione ed eventuale costruzione di nuovi impianti e complessi sportivi multi-funzionali? Che fine ha fatto quel progetto di messa in sicurezza del territorio, magari attraverso moderne forme assicurative sulle calamità naturali? Che fine ha fatto la riforma dell’Iva? E che fine ha fatto tutta la tematica sulla produttività del lavoro, dalla contrattazione aziendale di secondo livello alla detassazione degli straordinari, dopo il definanziamento dei fondi individuati dalla Legge di stabilità dell’anno scorso? Che fine ha fatto l’attacco al debito, con relative strategie di dismissione degli immobili dello Stato, programmata dall’ex ministro Grilli per un punto di Pil (16 miliardi) all’anno? Che fine ha fatto il programma di privatizzazione delle public utilities, come richiesto, tra l’altro, esplicitamente dalla Commissione europea? A che punto è l’implementazione dei provvedimenti relativi alla sburocratizzazione, decertificazione e informatizzazione della PA, come la ricetta medica elettronica, che potrebbero far risparmiare fin da subito qualche miliardo di euro? Che fine ha fatto la riforma del regime delle concessioni demaniali marittime? Che intenzioni ha il governo sulla riforma fiscale, in termini di attuazione della delega che il Parlamento approverà in via definitiva nelle prossime settimane? Sono già pronti i relativi decreti legislativi o dovremo aspettare qualche anno? E ancora, a che punto siamo con i pagamenti della PA? Nessuno ne parla più. Sono in corso? Si sono bloccati? Sono, come era stato richiesto, in fase di accelerazione e di aumento? E, infine, a che punto siamo con la rivalutazione delle quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia, che potrebbe portare un fondamentale introito una tantum già nel 2013? Per non dire dell’accordo con la Svizzera, che potrebbe consentire un gettito aggiuntivo una tantum e a regime già dai primi mesi del 2014?

 

Forse il governo pensa che tutti questi provvedimenti dovranno essere scritte sotto forma di emendamenti in un paio di settimane al Senato, quando il ministero dell’Economia non ci è riuscito in 6 mesi di governo? Misteri su cui riflettere, presidente Letta, e su cui fare amaramente autocritica, senza tirare in ballo la crisi di fine settembre”.