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Brunetta: Legge di Stabilità, “Fassina ricorda male, accordi su ‘Service tax’ erano altri”

 

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“Nella sua intervista di oggi a ‘Il Messaggero’, il viceministro Fassina ricorda bene e ricorda male.

Ricorda bene che prima del Consiglio dei ministri del 28 agosto c’è stato un accordo tra governo e PdL su quella che ai tempi chiamavamo ‘Service Tax’, ora Trise. Ma ricorda male i contenuti dell’accordo.

Come possono confermare il presidente del Consiglio, Enrico Letta, e il sottosegretario Pierpaolo Baretta, l’impegno era a implementare pienamente, in via preliminare, il Federalismo Fiscale, come approvato nella scorsa legislatura dalla Commissione bicamerale sul Federalismo (federalismo demaniale; fabbisogni standard per Comuni e Province; costi standard in sanità; armonizzazione dei bilanci degli Enti Locali; inventario di fine mandato). E a trarre, poi, dal Federalismo Fiscale il modello di Imu ‘federale’, da chiamare ‘Service Tax’.

Caratteristiche: esclusione della prima casa; riscossione diretta da parte dei Comuni; cancellazione della componente immobiliare di Irpef e relative addizionali; con riferimento alla tassazione dei servizi indivisibili, eliminazione della maggiorazione di 0,30 centesimi per mq.

Negli accordi ci si riservava, altresì, di valutare l’ipotesi che per l’introduzione della ‘Service Tax’ si prevedesse un periodo di implementazione/sperimentale di 2 anni. Ad ogni modo, si specificava, le risorse necessarie al fine di consentire ai Comuni di eliminare l’Imu sulla prima casa e sui terreni e fabbricati agricoli ammontano a 3-4 miliardi a regime.

Non sembra che quello che è venuto fuori dalla fervida mente del ministro Saccomanni nella Legge di stabilità presentata al Parlamento rispetti gli impegni di agosto. Per favore, non bariamo. Né con la storia, né con i numeri”.